Dai musei parigini d’Orsay e l’Orangerie a Torino: cinquantatré dipinti e tre pastelli di Pierre Auguste Renoir (1841-1919) esposizione da non perdere aperta fino al 23 febbraio 2014, curata da Sylvie Patry, Conservatore Capo presso il Musée d’Orsay e grande specialista di Renoir, e da Riccardo Passoni, vice direttore della GAM di Torino.
Divisa in nove sezioni, L’età della Bohème, “Nous adorons les femmes de Renoir” (Proust), “Le métier de paysagiste, Infanzia, La “recherche heureuse du côté moderne” (Zola), “Beau comme un tableau de fleurs” (Renoir), “Le nu, forme indispensable de l’art” (Renoir), L’eredità delle Bagnanti, la mostra trova il suo culmine nei ritratti più che nei paesaggi e nei quadri con vasi di fiori.
I bambini (tra cui i suoi figli) che tengono in braccio gatti espressivi e sornioni, o le signore e signorine della Parigi bene, dallo sguardo un po' annoiato, sono fra le cose più belle. A parte, ovviamente, i capolavori come le due Danze, in città e in campagna (una meraviglia),esposte appaiate per la prima volta.
Ultime tele della mostra sono i nudi femminili: donne grasse e cellulitiche, rubensiane, in cui la carne riempe il quadro. Ma in tutti i dipinti quello che spicca è sempre lo sguardo: i volti sono spesso assai abbozzati, morbidi, mentre gli occhi sono definiti, vivissimi.
Un'unica scultura in bronzo, Eau (La Grande Laveuse accroupie) prima che un De Chirico al limite del plagio de Le bagnanti (1918-1919) di Renoir accomiati i visitatori.Info su gamtorino.it
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