lunedì 31 marzo 2014

VALLAURIS E PICASSO

Pablo Picasso  andò a vivere in Costa Azzurra subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Toccò Antibes, Cannes, Mougins e infine Vallauris, dove restò fino al 1955.
C'è solo da immaginarseli, quegli anni, perché oggi la cittadina,soprattutto in bassa stagione, è dimessa, vuota e malinconica. Tanti negozi tipici di ceramiche, che costituivano la sua maggior attrattiva per i turisti, hanno chiuso (degli oltre 250 centri di produzione sul territorio del comune oggi ne restano solo pochissimi), ma si respira in ogni angolo lo spirito di Picasso, cui la cittadina ha dedicato l'omonimo museo.
Ho visto i quadri che furono dipinti in quegli anni nella mostra di Monaco dello scorso anno, quasi uno al giorno, tipici della smania di vivere picassiana, ma a Vallauris l'artista si dedicò soprattutto alla creazione di migliaia di ceramiche  nell’atelier Madoura.
Nel 1950 Picasso donò alla città la statua "L'homme au mouton", oggi esposta sulla omonima piazza.























venerdì 28 marzo 2014

PRIMAVERA...

Disegno di Danilo Paparelli


Le vetrine ce lo stanno dicendo già da un po' di tempo: sta arrivando la primavera. I colori sgargianti, o pastello, sono lì a dirci che è tempo di lasciarci alle spalle il grigiume e lo scuro dell'inverno. E' la stagione del rinnovamento. Che lo vogliamo o no, ora possiamo gettarci alle spalle tutta la pesantezza dei mesi trascorsi: novembre e le sue brume, dicembre e le fatiche natalizie, gennaio e il gelo, febbraio e la falsità gaudente del carnevale.
A marzo, invece, iniziamo a respirare. Non ancora nei primi giorni, troppo a ridosso di febbraio, che si portano ancora dietro impennate improvvise di gelo. Invece intorno al 21, appunto, iniziamo a tirare fuori maglioncini di cotone e a mettere a riposo quelli di lana. Timidamente, però, perché la primavera è ingannatrice. Sei uscita con una mise leggerina? Zàc, nel giro di poche ore una brezza pungente ti colpisce a tradimento. Risultato: l'odioso raffreddore primaverile.
Marzo è anche il mese durante il quale i motociclisti riesumano le loro moto. Che voglia di farsi un giro, dopo mesi e mesi di garage! E però. La primavera è ingannatrice, si è detto. Si parte al mattino con un bel sole allettante, si rientra prima del previsto per un improvviso scroscio di pioggia. Poi per altri tre o quattro fine settimana la moto se ne sta nuovamente rintanata in garage.
Ma la primavera l'amiamo. Si fanno progetti, si pianificano viaggi, approfittando di un ponte, che sarà inevitabilmente piovoso, salvo poi un sole “che spacca le pietre” il lunedì subito successivo. Ma non fa nulla, sentiamo la necessità della bella stagione, ne abbiamo il bisogno fisico. I bambini possono finalmente giocare all'aria aperta, non più talmente imbaccuccati da non riuscire neppure a muoversi.

E spesso, si passa dall'inverno all'estate attraverso una primavera timida, frescolina, irritante, perché si ha proprio voglia del sole caldo sulla pelle. Una primavera che non sa fare il suo mestiere, cioè di traghettatrice fino all'estate. Con la temperatura che si alza per gradi, a poco a poco. Come per gli alberi che passano dal brullo, alle gemme, alle foglioline, e poi alle foglie, quelle vere. Senza saltare nessuna fase, anche se fa freddo, anche se piove sempre.

mercoledì 26 marzo 2014

LA CONTRO COPERTINA DI TARGATOCN: Parliamo seriamente delle burle o ci scherziamo su?

C'è gente che si diverte da morire ad architettare gli scherzi. Io non sono fra questi.

Colgo solo il lato crudele, l'inganno di una persona che per una qualche frazione di secondo si ritrova a contatto con qualcosa di improvviso, strano e a volte spiacevole. Chi subisce lo scherzo il più delle volte non lo apprezza per nulla, ma ride ugualmente. Si mostra superiore a chi gli ha teso il tranello, finge di divertirsi, ma cova il fastidio, anche l'odio.

L'unico scherzo del quale sono stata vittima e del quale conservo il ricordo è stato il tradizionale gavettone da spiaggia, il giorno di ferragosto di decenni fa. Ero andata a trovare un'amica in uno stabilimento balneare poco lontano dal mio. Ferma davanti agli ombrelloni, cercavo con lo sguardo la ragazza. Intorno a me, nessuno. Un attimo, ed ero inondata da uno scroscio d'acqua, probabilmente una bella secchiata. Mi volto, guardo a destra, a sinistra, davanti, dietro. Nessuno. Soltanto gente divertita sdraiata sotto il sole. Non così “tanto” divertita, devo dire, e la cosa mi consola un pochino. Me ne sto ferma e gocciolante per qualche istante, tanto della mia “amica” (mi ero fatta un'idea di chi possa essere stata la mente della burla, e non mi ci è voluto neppure un grande sforzo) non c'è traccia. In seguito le ho chiesto, ma lei, meschinamente ha negato.

Ringrazio di essere stata il bersaglio di uno scherzo piuttosto innocuo, eppure ci sono stata male. Non riesco a pensare come possano sentirsi coloro che invece sono le vittime di beffe assai più crudeli, quelli terribili che sono ripresi dagli amici e poi trasmessi sul web o nelle trasmissioni televisive, che peraltro piacciono tantissimo.

Gente che dorme e viene svegliata dallo scoppio di petardi sotto il letto, oppure terrorizzata dall'incontro improvviso con un essere mascherato spaventoso, o che si ritrova un manichino accanto, sempre nel letto (uno dei punti forti di quelli che organizzano i giochetti). I burloni hanno sempre un un sacco di tempo a disposizione, a quanto sembra, per pensare e congegnare e filmare e montare e divulgare i loro scherzi. A me viene sempre da pensare se non abbiano altro da fare, perché del lavoro, anche stupido, dietro ad uno scherzo ben fatto c'è comunque.

Quindi non è che attenda con impazienza il 1° aprile, il giorno tradizionale del cosiddetto “pesce”, le cui origini non sono neppure così chiare. Mistero, o fin troppe teorie, sulla scelta del giorno e sulla scelta del nome. Sta di fatto, però, che ormai da molti anni è abitudine, anche da parte di serissimi mezzi di comunicazione, dare notizie palesemente assurde che, data la fonte da cui provengono, per qualche ora sono considerate veri e propri scoop, riportati a loro volta da altri giornali e TG.
Ormai nessuno ci casca più.




lunedì 24 marzo 2014

NEDKO SOLAKOV ALLA GAM DI TORINO




Confesso la mia ignoranza. Non conoscevo Nedko Solakov, che invece è un importante artista bulgaro eclettico. Installazioni, disegni, fotografie, proiezioni, e qui alla GAM di Torino, dal novembre scorso "Eight Ceilings" e "Thirteen Benches". 
Gli "otto soffitti" sono quelli delle scale della galleria e non ci si fa caso, se come me, si fa attenzione a scendere caracollando i gradini. 
Alzando gli occhi ti accorgi di questi omini, di queste scritte, direi sketch, che sfruttano e rielaborano ironicamente le piccole imperfezioni dei muri. 
Certo, qui c'è il pericoloso rischio di cadere nella sindrome "questo lo potevo fare anch'io". Peccato che io però non sia un artista e che le mie opere siano ospitate nei più famosi musei d'arte contemporanea e che non abbia mai partecipato alla Biennale di Venezia.



















sabato 22 marzo 2014

Gingilli da cucina che non superano sempre la prova del cuoco

Disegno di Danilo Paparelli

Sono irresistibilmente attratta dagli utensili da cucina. Che sia una cuoca nella media, né pessima né ottima, non ha la minima importanza. Quando mi capita di vedere una vetrina con le ultime novità in materia di attrezzi per la cucina, ne rimango estremamente affascinata, e sono compulsivamente obbligata a comprare qualcosa.
Gli acquisti si rivelano, quasi sempre, delle grandi delusioni. Con delle eccezioni, però.

Il top dei top è al momento (e rimarrà insuperato credo per sempre), il bollitore dell'acqua istantaneo. Il gioiellino si chiama TEFAL HOT & QUICK. Era recensito su una rivista, che ne esaltava la peculiarità : acqua bollente istantanea alla sola pressione di un bottone. Difetto : non era in vendita in Italia. Per pura curiosità, ho provato a cercarlo al reparto casalinghi delle Galeries Lafayettes in Francia, dove l'ho trovato e subito acquistato. Ha veramente dell'incredibile. Pur essendo strutturato come un bollitore elettrico tradizionale, non occorre però attendere che l'acqua si riscaldi : al solo tocco del pulsante l'acqua scende bollente, senza aspettare un attimo. Una meraviglia, che spero abbia lunga vita. 
Dommage. Non è più in produzione.

Tra gli elettrodomestici, non potrei fare a meno del forno a microonde, quello con la funzione crisp. Ci cucino veramente di tutto, è un vero salvavita quando torno alla sera tardi dall'ufficio e ho zero tempo a disposizione per preparare cena. Un accessorio fantastico, da mettere nel micro, si sono anche rivelate le papilottes in silicone, l'ideale per cuocere senza grassi verdure e pesce, il tutto in pochi minuti.

Sono anche fissata con i coltelli. Ne ho comprati quantità industriali all'Ikea, perché hanno forme e colori davvero molto invitanti, salvo poi rivelarsi poco o per niente taglienti. Quindi, da vera/finta professionista, mi sono procurata il coltello con la lama in ceramica, ancora nell'epoca in cui tali coltelli costavano carissimi, che mi ha procurato, oltre grandi soddisfazioni nello tagliare, anche numeri taglietti, ed un altrettanto affilato coltello giapponese. Con i coltelli vanno di conseguenza anche i taglieri. Ne ho di tutte le misure, sia in plastica che in legno.
Non potrei più fare a meno nemmeno delle pinze, che uso soprattutto per rigirare i cibi mentre cuociono, e che si sono rivelate dei veri strumenti di precisione.

Fra gli acquisti, invece, che giacciono nei cassetti e negli armadi, ci sono:
  • pela aglio a forma di aglio gigante in silicone: pur essendo un'amante dell'aglio preferisco togliere la pellicina manualmente;
  • cannello a gas per creme brulée e crema catalana: non cucino dolci, quindi mai usato;
  • sbuccia mela: le mele me le hanno sempre sbucciate gli uomini di casa. Quindi per il momento non serve;
  • taglia mela che divide in spicchi: vedi sopra;
  • tostapane di Topolino, con tanto di musichetta ed impronta del mitico topo su entrambi i lati del pane alla fine della cottura: non ho mai tempo sufficiente per aspettare che il pane si tosti;
  • flavour shaker di Jamie Oliver: un aggeggio per oli aromatizzati, mai usato;
  • anello rotondo con manico per rendere perfette le uova al tegamino;
  • pennelli e leccapentole in silicone: mi dimentico tutte le volte di averli e di usarli.

Il mio sogno irrealizzabile resta possedere un robot da cucina, di quelli giganteschi, ma non me lo posso permettere. Non ho proprio lo spazio per usarlo e tanto meno per riporlo. Peccato.


venerdì 21 marzo 2014

ANTIBES - 2


Il centro storico di Antibes è ormai diventato un polo turistico che attrae visitatori anche fuori stagione. A due passi da Nizza e poco distante da Cannes, la cittadina ha mantenuto un aspetto più provincialotto rispetto al glamour della città del festival del cinema, ed è meno "riminese" della vicinissima Juan Les Pins.
Negozietti, tanti bar, tantissime panetterie e quello che non ti aspetti. 
Ovvero il Musée Peynet in Place National, intitolato al famoso disegnatore parigino Raymond Peynet, che qui in Costa Azzurra ha passato molti anni della sua vita. L'artista che creò i famosi fidanzatini, "Les Amoreux", (morto nel 1999) andò ad abitare ad Antibes nel 1976 con l'amatissima moglie Denise Damour.
Nel museo oltre alle sue opere, anche i disegni e le vignette di famosi umoristi francesi come Plantu, Faizant, Daumier, Dubout, Blachon, Moisan, Ricord.
Andrò sicuramente a visitarlo.