C'è gente che si diverte
da morire ad architettare gli scherzi. Io non sono fra questi.
Colgo solo il lato
crudele, l'inganno di una persona che per una qualche frazione di
secondo si ritrova a contatto con qualcosa di improvviso, strano e a
volte spiacevole. Chi subisce lo scherzo il più delle volte non lo
apprezza per nulla, ma ride ugualmente. Si mostra superiore a chi gli
ha teso il tranello, finge di divertirsi, ma cova il fastidio, anche
l'odio.
L'unico scherzo del quale
sono stata vittima e del quale conservo il ricordo è stato il
tradizionale gavettone da spiaggia, il giorno di ferragosto di
decenni fa. Ero andata a trovare un'amica in uno stabilimento
balneare poco lontano dal mio. Ferma davanti agli ombrelloni, cercavo
con lo sguardo la ragazza. Intorno a me, nessuno. Un attimo, ed ero
inondata da uno scroscio d'acqua, probabilmente una bella secchiata.
Mi volto, guardo a destra, a sinistra, davanti, dietro. Nessuno.
Soltanto gente divertita sdraiata sotto il sole. Non così “tanto”
divertita, devo dire, e la cosa mi consola un pochino. Me ne sto
ferma e gocciolante per qualche istante, tanto della mia “amica”
(mi ero fatta un'idea di chi possa essere stata la mente della burla,
e non mi ci è voluto neppure un grande sforzo) non c'è traccia. In
seguito le ho chiesto, ma lei, meschinamente ha negato.
Ringrazio di essere stata
il bersaglio di uno scherzo piuttosto innocuo, eppure ci sono stata
male. Non riesco a pensare come possano sentirsi coloro che invece
sono le vittime di beffe assai più crudeli, quelli terribili che
sono ripresi dagli amici e poi trasmessi sul web o nelle trasmissioni
televisive, che peraltro piacciono tantissimo.
Gente che dorme e viene
svegliata dallo scoppio di petardi sotto il letto, oppure
terrorizzata dall'incontro improvviso con un essere mascherato
spaventoso, o che si ritrova un manichino accanto, sempre nel letto
(uno dei punti forti di quelli che organizzano i giochetti). I
burloni hanno sempre un un sacco di tempo a disposizione, a quanto
sembra, per pensare e congegnare e filmare e montare e divulgare i
loro scherzi. A me viene sempre da pensare se non abbiano altro da
fare, perché del lavoro, anche stupido, dietro ad uno scherzo ben
fatto c'è comunque.
Quindi non è che attenda
con impazienza il 1° aprile, il giorno tradizionale del cosiddetto
“pesce”, le cui origini non sono neppure così chiare. Mistero, o
fin troppe teorie, sulla scelta del giorno e sulla scelta del nome.
Sta di fatto, però, che ormai da molti anni è abitudine, anche da
parte di serissimi mezzi di comunicazione, dare notizie palesemente
assurde che, data la fonte da cui provengono, per qualche ora sono
considerate veri e propri scoop, riportati a loro volta da altri
giornali e TG.
Ormai nessuno ci casca
più.
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