venerdì 28 febbraio 2014

ULTIMO WEEKEND PER IL CARNEVALE DI NIZZA

Ultimo fine settimana dedicato al carnevale di Nizza, che si concluderà il 4 marzo. Quest'anno i 18 carri sono dedicati al "Re della gastronomia", con oltre mille fra musicisti e ballerini venuti da ogni parte del mondo a sfilare in Place Massena.












giovedì 27 febbraio 2014

FRANCO BRUNA COMICS GRAFFITI - TORINO

Little Nemo Art Gallery, via Montebello 2/d TORINO, presenta COMICS GRAFFITI: CREAZIONI E RI-CREAZIONI DI FRANCO BRUNA, Mostra a cura di Sergio Pignatone 28 febbraio - 14 marzo 2014, dal martedì al sabato, ore 10/13 - 15/19 - Ingresso libero - Inaugurazione venerdì 28 febbraio ore 18.00


I fumetti sono sempre stati una sua grande passione. Lo so, l'ho visto, fin da piccola. Ad appassionarlo è stato il genere fantastico e la fantascienza, ma il suo vero grande amore è sempre stato Disney, del quale è stato un attento collezionista, ma non solo.

Si è divertito infatti a riprendere i personaggi disneyani con un'attenzione maniacale per il particolare, il segno sottile, il tratteggio.

E poi gli altri suoi amori: Pinocchio e Alice.

Tutto questo, e molto altro, nella mostra di Torino.






La mostra proseguirà a Padova da Matita & China, via S. Martino e Solferino 16 - 35122 Padova
dal 21 marzo al 5 aprile 2014. Le opere sono visionabili sul sito www.littlenemo.it
Per info: Little Nemo tel. 0117630397 - info@littlenemo.it

lunedì 24 febbraio 2014

FESTIVAL SANREMO MEMORABILIA

 Di fronte al teatro Ariston: Che ci faccio io qui?

 Il sosia di Pavarotti, che poi me lo sono ritrovato in una focacceria a comprare pizza al taglio da 2 euro.

 La celebrazione delle canzoni vincitrici del festival, a mo' di tombino in corso Matteotti.



 Arriva Valeria Marini (puntuale) alla conferenza stampa di Casa Sanremo al Palafiori


 Al Palafiori c'era anche Pif che riprendeva la Marini per la sua trasmissione "Sanremo e San Romolo"
Selfie di Pif e Valeria
Davanti alla mostra "Dodici matite allegre per Mike" al Palafiori dedicata a Mike Bongiorno.

venerdì 21 febbraio 2014

Se s'inventasse la macchina del tempo, avrebbe un futuro ?


Il tempo è relativo, questo lo sanno tutti. Se stiamo in fila alla posta cinque minuti scorrono lenti come se fossero venti, ma al mattino in bagno quando ci laviamo e prepariamo per una giornata di lavoro, venti minuti equivalgono a cinque mentre ci affanniamo per non fare tardi al lavoro e ai nostri impegni.
Perché? Perché gli attimi, rari, preziosi, di piccole felicità sono appunto “attimi” e non giornate o, almeno, porzioni di giornate? E se anche un giorno è piacevole nel suo suo insieme, solo alcuni attimi saranno perfetti, il resto resterà solo piacevole, appunto.
Il tempo lo notiamo passare sui volti degli altri, ma su noi stessi non vogliamo vederlo. L'immagine riflessa nello specchio non ci appartiene, noi non siamo così. Dentro, non siamo così. Allora, vai di chirurgia estetica. Labbra a canotto, zigomi gonfiati, sguardo fisso e vitreo: è questa la gioventù? Le rughe ci tocca accettarle, non c'è niente da fare. Non la inventeranno mai la crema miracolosa, io non ci credo. Ogni anno, sulle riviste femminili, gli stessi identici cosmetici della stagione passata sono pubblicizzati come ancora più efficaci. “Finalmente scoperta la molecola/l'ingrediente/il componente rivoluzionario”. Ma come: quella dell'anno scorso allora non faceva niente? Se veramente tu, casa di cosmesi, sei riuscita a estrapolare l'ingrediente miracoloso, perché dopo appena sei mesi rinneghi tutto e tiri fuori un altro prodotto? Dubbio ancora più atroce se per quella crema (non) ho speso 300-400 euro. Soldi buttati via?
Il tempo lo vediamo passare perché i figli crescono. Per chi non ne ha, poi, la cosa fa ancora più effetto. Il neonato fa presto a trasformarsi in scolaro delle elementari. “Ma come, è già seconda elementare? Mi sembra ieri che siamo venuti al battesimo”, diciamo mentre facciamo un rapido calcolo mentale guardando il marmocchio irriconoscibile. Quello stesso tempo che si è depositato in centimetri di altezza sul bambino, su di noi ha avuto il potere di regalarci dieci chili in più, afflosciamento generale di tutta la superficie epidermica, per non parlare di rughe e smagliature quì e là.
Il tempo poi trascorre tanto più velocemente quanto più si invecchia. Le settimane passate nel periodo scolastico non finivano proprio più. I mesi estivi erano interminabili. Raggiungere la maggiore età per prendere la patente di guida sembrava un traguardo irraggiungibile. Ora il tempo non basta mai. Si arriva alla sera che avremmo ancora mille cose da fare nonostante altrettante mille ne abbiamo già fatte. I mesi scorrono veloci come settimane, gli anni come i mesi. E’ lunedì e ci ritroviamo di colpo al Venerdì, per non parlare poi dei fine settimana.
Su questo strano fenomeno, riprendo quanto ci raccontò un amico. Questi chiese un giorno al suo medico un parere sulla ragione per cui da quando aveva compiuto sessant'anni, il tempo gli volava ancora più velocemente che in passato tanto da ritrovarsi con ben dieci anni di più in un amen. “E' perché sta bene, è in salute ed ha tante cose da fare. Per questo non ha mai abbastanza tempo”.

Pensandoci bene, è una risposta che alla fine un po’ ci consola, soprattutto per tutti quanti noi che vedono con affanno il trascorrere vertiginoso del tempo.

lunedì 17 febbraio 2014

NIZZA: DI CORSA IN MASCHERA

Erano in migliaia a correre sulla Promenade des Anglais per la tradizionale "Rock'n'roll 10 miles" in occasione del carnevale di Nizza.
Travestiti con gli abbigliamenti più improbabili (da Batman, da lottatore di sumo, da suora), gli appassionati dello jogging hanno corso per circa 16 chilometri sotto un caldo sole, con temperature insolitamente alte per il mese di febbraio.
















sabato 15 febbraio 2014

I GATTI


I gatti sono educati. Se li incontri per la strada, o non ti degnano neanche di uno sguardo, oppure vengono a salutarti, discretamente, con un miagolio sommesso. Non sono come i cani, che sovente sono invadenti, ti urlano contro e a volte ti saltano addosso, magari anche affettuosamente. Ma che a volte fanno paura, provocando un certo timore da parte di chi è il beneficiario delle loro scoordinate attenzioni.
I gatti sono gigioni. Con gli umani che gli vanno a genio possono fare anche i clown, se proprio gli va. Mettersi a pancia all'aria, piroettare, fissarti con lo sguardo sornione, stimolarti a giocare insieme a loro dandoti comunque l’illusione di essere tu ad averli invitati al gioco.
I gatti sono furbi. Sanno fingere che una cosa non gli interessi per niente, mentre è vero proprio il contrario.
I gatti sono intelligenti. Imparano un sacco di cose, ma solo quelle che fanno comodo a loro. Sanno aprirsi le porte, ad esempio, ma solo quelle delle dispense e del frigorifero o quella che gli permette di uscire dalla stanza. Incredibile poi, un gatto dei miei amici (visto con i miei occhi) che emetteva un suono che non aveva più nulla del miagolio felino, quando “pronunciava” la parola“ CROCCHEETTTEEEEE” esattamente nel momento in cui richiedeva insistentemente il cibo.
I gatti sanno godersi la vita. L'espressione di un gatto che assapora il tepore del sole tiepido invernale sdraiato sul davanzale della finestra è una straordinaria dimostrazione di questo suo saper apprezzare la vita nei suoi aspetti migliori. Che spesso provoca in noi, che lo osserviamo, sentimenti di ammirazione, se non addirittura di autentica invidia.
I gatti sono affettuosi. Solo quando gli va, naturalmente. Ma sanno cogliere perfettamente il momento giusto. Si accoccolano sul petto quando siamo malati, si sfregano dolcemente contro il nostro viso se siamo tristi, aumentano l'intensità delle loro fusa per farci dimenticare lo stress, tanto che adesso s’è scientificamente scoperto con assoluta certezza che hanno persino proprietà terapeutiche su noi umani.
I gatti sono igienici. E' stupefacente vedere gattini piccolissimi caracollare nella loro cassetta igienica, con sforzi a volte incredibili perché la sponda è troppo alta per loro. Se sporcano in giro, allora ci deve essere proprio qualcosa che non va e così cominciamo a preoccuparci per loro, alla stregua di qualsiasi nostro caro che è in difficoltà.
I gatti sono un ottimo motivo di conversazione, e con questo chiudo l’argomento perché potrei elencare tutti i momenti più curiosi vissuti insieme ai miei tre gatti: Poverino, Celestino e Cichi, sapendo che i lettori altrettanto appassionati di felini non solo non si annoierebbero, ma porterebbero nella chiacchierata le loro esperienze personali interessandomi non poco.
Del simpatico gattino che mi segue nelle vignette, quello che posso dire, è che è nato attraverso la matita del disegnatore proprio per ricordare questa mia passione per i felini, in ricordo dei gatti che hanno trascorso con me parte della mia vita. Il suo nome è buffo. Si chiama Pompeo. Ma, come disse il poeta T.S.Eliot:
E’ una faccenda difficile mettere il nome ai gatti;
niente che abbia a che vedere, infatti,
con i soliti giochi di fine settimana.
Potete anche pensare, a prima vista,
che io sia matto come un cappellaio,
eppure, a conti fatti,
vi assicuro che un gatto deve avere in lista
TRE NOMI DIFFERENTI. Prima di tutto quello che in
famiglia
potrà essere usato quotidianamente,
un nome come Pietro o come Augusto, o come
Alonzo, Clemente,
come Vittorio o Gionata, oppure Giorgio o Giacomo
Vaniglia –
tutti nomi sensati per ogni esigenza corrente.
Ma se pensate che abbiano un suono più ameno,
nomi più fantasiosi vi possono consigliare:
qualcuno pertinente ai gentiluomini,
altri più adatti invece alle signore:
nomi come Platone o Admeto, Elettra o
Filodemo –
tutti nomi sensati a scopo familiare.
Ma io vi dico che un gatto ha bisogno di un nome
che sia particolare e peculiare, più dignitoso;
come potrebbe, altrimenti, mantenere la coda
perpendicolare,
mettere in mostra i baffi o sentirsi orgoglioso?
Nomi di questo genere posso fornirvene un quorum,
nomi come Mustràppola, Tisquàss o Ciprincolta,
come Bombalurina o Mostrardorum,
nomi che vanno bene soltanto a un gatto per volta.
Comunque gira e rigira manca ancora un nome:
quello che non potete nemmeno indovinare,
né la ricerca umana è in grado di scovare;
ma il GATTO LO CONOSCE, anche se mai lo confessa.
Quando vedete un gatto in profonda meditazione
la ragione, credetemi, è sempre la stessa:
ha la mente perduta in rapimento ed in contemplazione
del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome:
del suo ineffabile effabile
effineffabile
profondo inscrutabile ed unico NOME.



venerdì 14 febbraio 2014

DAL BARBIERE

Foto di improbabili tagli anni Settanta (eppure all'epoca erano molti a sfoggiare capelli del genere, mio padre compreso); attrezzi del mestiere: pennelli, schiume, forbici, rasoi.
Foto di Beppe Fenoglio: sarà stato cliente? E George Clooney  e Brad Pitt? Anche loro clienti?
Foto di Alba, "com'era", e certamente non è più.
Un negozio di memorabilia da barbiere, nel centro di Alba, ora in vendita. Si auspica che il nuovo acquirente mantenga la vetrina del negozio così com'è adesso, una sorta di piccolo museo della storia di un coiffeur di provincia.






mercoledì 12 febbraio 2014

Il festival di Sanremo, una manifestazione sicuramente degna di nota

 E' iniziato il conto alla rovescia in vista del Festival di Sanremo: un evento imprescindibile per l'Italia intera. O lo snobbi, o lo guardi. In ogni caso, ne parli. Il festival non può passare inosservato, intorno ci girano troppe cose.
Principalmente, c'è il business della canzone. Sanremo è nato per quello: la vetrina della canzone italiana. L'altra sera in televisione c'era una trasmissione che ricordava tutti i successi che sono nati lì. Tantissimi i cantanti, da Eros Ramazzotti a Zucchero, a Vasco Rossi a Laura Pausini che da Sanremo sono partiti, e non si sono fermati più, e altri, come i Jalisse, che saranno ricordati solo per aver vinto un'edizione e poi essere spariti per sempre.
Poi, capita che le canzoni finiscano in secondo piano, oscurate da un evento forse fortuito, forse studiato nei minimi particolari a tavolino. Negli anni passati è stata la farfallina di Belen, quest'anno chissà. L'importante è che sia qualcosa che faccia discutere, nel bene e nel male. Con la complicità di tutti. Qualche decennio fa partecipavo ai cosiddetti “gruppi d'ascolto”. Ci si trovava a casa con gli amici, ci sintonizzavamo su Rai1 e si commentava. Allora l'evento “scandaloso” fu il cedimento della spallina del vestito dell'inglesina Patsy Kensit (nel frattempo diventata una casalinga), che di per sé durò un attimo ed era quasi impercettibile ad occhio nudo. Era necessario rivedere la scena al rallentatore per intravedere qualcosa, appena appena, ma tanto bastò, se ancora adesso ne stiamo a parlare.
Recarsi a Sanremo nei giorni del festival è un'esperienza sconvolgente. Personaggi improbabili, gente che va lì ogni anno solo per con lo scopo di essere ripreso per qualche secondo dalle televisioni, altri pseudo artisti che sperano di essere notati dal produttore, persone ridicole e probabilmente non del tutto in sé. Un enorme carnevale (il periodo è poi quello), un mondo irreale che nasce e muore nel giro di cinque giorni.
Ci sono stata molte volte all'Ariston, in occasione del Tenco, “l'altro” festival, dedicato alla canzone d'autore. Il teatro è leggermente più piccolo di quello che appare alla televisione, ma pur sempre imponente. Le poltrone sono un po' demodé, ma comode, e si gode di un'ottima visuale in quasi tutti gli ordini di posti e, cosa più importante, di una spettacolare acustica. I soffitti, particolare che purtroppo non risalta mai nelle riprese televisive, riprendono le maschere italiane ed sono opera dell'artista Carlo Cuneo.
Il Tenco è tutt'altra cosa. Lì la gente non va per farsi notare, ma per ascoltare canzoni che, senza voler fare torto a nessuno, sono più belle di quelle del festival più popolare. Ci si conosce tutti, sono bandite le formalità. Gli artisti che si esibiscono non hanno un cachet, ma un semplice rimborso spese e cantano e suonano come se lo facessero a casa loro.
Poi (cosa impagabile), al termine dello spettacolo, ci si ritrovava con i cantanti e i musicisti al Roof, dove durante il festival tradizionale sisvolgono le conferenze stampa. E lì iniziava il bello, si cenava al tavolo con Francesco Guccini o con Samuele Bersani, con Patty Smith o Gilberto Gil, e poi si cantava, si ballava, si faceva festa tutti insieme, come vecchi amici, senza snobismi. Così è stato per molti anni, ma la crisi ha intaccato anche il Tenco, che nelle ultime edizione ha subito un ridimensionamento e un nuovo di riproporsi, ritrovandosi non solo più a Sanremo ma anche in altri teatri sparsi per l'Italia. E sempre con un grande riscontro da parte degli affezionati alla canzone d'autore.
Il Festival di Sanremo, invece, con l’attenzione mediatica che desta e soprattutto il denaro che fa girare, continuerà in eterno.
Questo è certo.



lunedì 10 febbraio 2014

SANTUARIO DI CASTELMAGNO

Tutta imbaccuccata, con un outfit stile Admunsen, sprofondando nella neve, la bella giornata di sole ha favorito una gita in Val Grana.
Il santuario di Castelmagno (CN), dedicato al culto di San Magno, si trova a 1.761 metri e le prime mura risalgono al XV secolo, mentre la struttura definitiva risale invece al Settecento.
Il comune è un aggregato di piccoli agglomerati, in origine quindici, ma dei quali solo sei sono ancora abitati, e deve la sua rinascita alla recente diffusione del formaggio omonimo, la cui produzione è nel contempo scarsa e pregiata. 
I bovini che danno il latte infatti sono pochi e pascolano esclusivamente nei pochi prati degli altri alpeggi. La produzione avviene durante il periodo estivo con stagionatura minima di quattro mesi.
Per maggiori informazioni sul formaggio di Castelmagno, vedi il sito di Slow Food.