sabato 8 febbraio 2014

San Valentino

Manca poco e sarà di nuovo San Valentino, un' altra di quelle ricorrenze che suscitano grandi perplessità.
Se si è single, San Valentino è perfettamente inutile. Bisogna essere single da molto tempo, però. Che se si è stati in coppia fino ad un mese prima, è una data che può essere devastante. Hai voglia a far finta di nulla. Una “festa” che non può più considerarsi una “festa” ma solo una giornata che che si spera passi il più in fretta possibile. E se anche non ci si vuol pensare, ecco lì tv, radio, giornali, internet che lo ricordano in ogni istante. Possibile che tutti il 14 febbraio si amino ?
No, non è vero ma è quello che ci vogliono far credere. Lo fanno per vendere. E' evidente. Un mare di stupidaggini che non servono a nulla. Per dire che si vuole bene a una persona non è necessario comprare un cuscino a forma di cuore, o un orsacchiotto con la scritta “ti amo”. Molto meglio se l'oggetto del nostro amore, anziché regalarci una cenetta romantica il 14/02 ed è finita lì, ci aiuti ad apparecchiare/sparecchiare la tavola tutte le sere, ad esempio. Oppure si ricordi di comprare il latte o il pane, e non torni a casa a mani vuote con lo sguardo più innocente del mondo, anche quando glielo abbiamo detto e ricordato mille volte, e solo perché noi donne, quel giorno lì, non avanzavamo neanche un minuto di tempo per passare anche dal panettiere. Sono queste piccolissime cose che ci fanno piacere, e che ci fanno sentire amate e pensate. Sono stupidaggini, sciocchezze, certo, ma ci dimostrano che lui ci arriva, mentre agli occhi dei maschi sono talmente “piccole”, che loro non ci pensano.
Poi, ovvio, la sorpresina fa sempre piacere, e non necessariamente il giorno di San Valentino. A me è capitato , ad esempio, alcuni anni fa, di tornare a riprendermi la macchina al posteggio della ditta dove lavoravo. Un posto isolatissimo, tra l'altro. Avvicinandomi, vidi un'enorme busta a coprire il parabrezza, con scritto “PER MONICA”. Oddìo, già mi immaginavo uno stalker, anche se allora ancora non si chiamavano così. Aprii dunque il bustone, che conteneva una busta più piccola, quindi una più piccola ancora, fino ad arrivare all'ultimo bigliettino, che svelava l'autore della sorpresa. Inutile dire che il giorno dopo, in ufficio, tutte le colleghe erano invidiosissime del mio fantasioso spasimante, che diventò un loro beniamino. Così, quando mi telefonava in ufficio, la collega che mi passava la chiamata mi diceva “è lui” , con sguardo super-ammiccante e aspettava di sentire cosa ci saremmo detti (eravamo infatti in una decina di donne nella stessa stanza, un pollaio, insomma).

Un'altra cosa carina, o perlomeno a me fa piacere, è una specie di “caccia al tesoro” in occasione di speciali ricorrenze, compleanni, anniversari. Allora un bigliettino sul cuscino, contenente alcuni indizi, mi avverte che c'è un pensierino nascosto da qualche parte, solitamente molto ben imboscato. Non è detto che sia un oggetto caro, o particolarmente ricercato. Può essere, appunto, solo un pensierino, ma quel che più conta è che la persona si sia messa lì a pensare a preparare il biglietto, e a pensare dove nascondere la cosa. Insomma, a “perdere del tempo” per te. Perché il tempo è una delle cose più preziose al mondo, più dell'oro. E se qualcuno lo “perde” per sé per donarlo a te, allora vuol proprio dire che ci tiene proprio tanto.

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