Disegno di Danilo Paparelli |
Anche quest'anno il connubio “giostre in
piazza Galimberti” e “arriva la neve” non è stato smentito.
Ne ho dubitato fino all'ultimo, perché un
gennaio così mite e soleggiato ha dato l'illusione che si saltasse
direttamente alla primavera senza vedere neanche un fiocco. Invece
no, anche quest'anno, l'arrivo delle giostre a Cuneo ha coinciso con
l'arrivo della neve. E con il carnevale.
Che non piace a tutti. Tanti, anzi, proprio non
lo sopportano. Neanche a me piace tanto. Da adulta per fortuna lo
posso evitare, ma da bambina era obbligatorio perteciparvi. Sulle
giostre in piazza Vittorio a Torino mi piaceva andare, ma quello che
mi dava fastidio erano due cose : il freddo e il doversi travestire.
Bisognava andare tutti imbaccuccati, anche se si era vestiti da
damina o da zorro. Col cappottino sui vestitini – ai tempi non
c'erano giacconi o piumini – si annullava il travestimento. O lo si
cammuffava goffamente: da sotto sbucava la gonna a strascico, il
cappello a cono calzato sulla cuffietta, per le bambine. Per i
maschietti: il mantello di zorro sul cappottino o il copricapo da
indiano sul berrettino con i paraorecchi. Con cinquanta strati di
vestiario, i bambini di ieri e di oggi si muovono un po' goffi, ed
hanno spesso un 'espressione un po' attonita, che non si capisce bene
se si stanno divertendo oppure no.
Alcuni costumi di carnevale sono molto carini,
lo ammetto. Ma la maggior parte, sono tremendi. In questi giorni ne
ho visti esposti nelle vetrine di bruttissimi. Mai avrei il coraggio
– o la codardia – di vestire un bambino con uno di quegli
obbrobri. Se sono in vendita, però, vorrà dire che qualcuno li
comprerà. Un sadico, probabilmente. E, a proposito di travestimenti,
io non mi sono mai vestita da damina o, peggio ancora, da fatina. Mi
piacevano i costumi da maschi. Conservo ancora una foto di me con un
total look da cowboy, una specie di Pecos Bill androgino.
Altro punto dolente, per me, sono le sfilate
carnevalesche. Salvando quelle conosciute in tutto il mondo, anche
italiane – Viareggio, Venezia, che sono obiettivamente molto belle
e coinvolgenti, ci sono però anche quelle che ogni paese, anche il
più piccolo, deve per forza organizzare. Lo so, fanno del loro
meglio con i pochi soldi che hanno a disposizione, ed hanno il mio
massimo rispetto. Però sono brutte. Carri che non si capisce cosa
siano, il più delle volte pasticciati, che perdono i pezzi: non
fanno allegria, mi gettano nello sconforto. Devo essere però l'unica
: tutti gli altri spettatori sono allegrissimi, si divertono un
mondo. Come non trovo affatto divertente essere ricoperta di
coriandoli. E' una cosa che non sopporto, non mi fa ridere, mi dà
fastidio. Per quanto si cerchi di toglierseli tutti d'addosso, c'è
né sempre qualcuno che si ficca nei posti più impensati. Salvo voi
trovarsi un coriandolo superstite in qualche interstizio di un
cappotto, sotto un tappetino dell’auto, in una tasca della custodia
della macchina fotografica dopo mesi e mesi, magari ad agosto.
Ma il problema principale del carnevale è che
lo si festeggia nel mese fra i più freddi dell'anno. I Brasiliani sì
che sono fortunati ! Invece noi il più delle volte siamo lì in
piedi a vedere le sfilate intirizziti dal freddo, o essere
letteralmente investiti dall'aria gelida e sferzante che ci sbatte
contro mentre siamo sulle giostre, che viene quasi voglia di
rinunciarci.
Nessun commento:
Posta un commento