mercoledì 25 giugno 2014

PISCINE ALL'APERTO





Ecco arrivato (finalmente) il momento di andare in piscina. Ma quella all’aperto, che fa tanto estate.

I miei personali ricordi legati alla piscina risalgono a quando, bambina delle elementari, mia madre mi portava a frequentare i corsi di nuoto. Unico sport che sia mai riuscita a fare. Anche perché, essendo mia madre stessa a caricarmi, volente o nolente, in auto, e che cascasse il mondo mi ci portava, non avevo grandi possibilità di scelte alternative. Stranamente ero anche bravina in questa disciplina.


Crescendo, ho dovuto fare grandi sforzi di volontà nel caricare me stessa in macchina e trascinarmi fino alla piscina più vicina a casa e dedicarmi al nuoto in un contesto direi quasi agonistico. Ma col passare del tempo, ho cercato, e trovato, tutte le scuse più assurde per non andarci più. Il motivo principale sono sempre stati i capelli.


Avendoli quasi sempre portati molto lunghi, era più il tempo che passavo sotto i phon degli spogliatoi che in acqua. Ma se avessi dei figli, li porterei sicuramente a nuotare. Sport completo, fa miracoli per le schiene che tendono al rachitismo e per soprattutto per i bambini mingherlini.


Ma, come dicevo, eccoci alla stagione della piscina open air. Quassù al nord ci vuole veramente un coraggio non da poco frequentare la piscina d'inverno. In quei giorni bui, gelidi all’esterno, che quando si esce da un ambiente caldo e umidiccio come quello dello spogliatoio e dopo esser stati tre ore sotto il phon ad asciugare fino all’ultimo capello ed un altra ora a infilarsi strati su strati di indumenti, si viene assaliti da una sensazione di angosciosa tristezza specie quando il tempo è inclemente, che rimarca ancor di più l’essere repentinamente passati da una sensazione estiva ad una tipicamente invernale. Dal caldo tepore dell’impianto acquatico allo sprofondare tragicamente nella neve nel posteggio all’esterno.


La piscina estiva, invece, non mi da, almeno per quanto mi riguarda, questa impressione drammatica. Si arriva già vestiti leggerini, niente borsoni da riempire con abbigliamento ingombrante.


Sebbene la prima volta, come per il primo giorno in spiaggia, per noi donne sia sempre un tantino traumatico. D'inverno non e' la stessa cosa, si può sorvolare un minimo su certe rotondità, camuffate anche da costumi più coprenti, contenitivi e da un’illuminazione che esalta meno i dettagli . Ma d'estate proprio no. Bisogna proprio essere perfette. O perlomeno di quella perfezione che ad ognuna di noi c’è stata concessa dalla natura matrigna. Quindi, la fatidica prova costume.


Perché poi ci sembra che tutti gli occhi siano puntati su di noi. O perlomeno gli occhi femminili. Infatti fra donne ci si guarda molto e, spesso e volentieri sappiamo essere molto cattive tra di noi, oltre la critica più impietosa. Il “bianchiccio” invernale che esalta la “ciccia” e sicuramente anche qualche imperfezione che speriamo presto di non vedere più.

Con il devastante dubbio, come se non bastassero tutte le altre insicurezze, che un TG di un’emittente privata e dedito sovente al gossip ci ha di fatto insinuato solo un paio di sere fa prima dell’ora di cena: meglio l’abbronzatura alla Gisele o alla Kate ?



Nessun commento:

Posta un commento