mercoledì 29 maggio 2013

A volte trovare il benessere è una passeggiata

Camminare in salita.

Lo odio. Mi manca il fiato subito. Non vedo l'ora di essere arrivata in cima al percorso, e nel frattempo non mi godo nulla. Non guardo il panorama, sempre nel caso ce ne sia uno, perché non è scontato che ci sia.

La mia mente è concentrata solo sulla meta. I miei occhi sono fissi sui piedi, un passo dopo l'altro. Macinano terreno, lentamente, centimetro dopo centimetro. Alzo lo sguardo di tanto in tanto. Non arrivo mai. Il traguardo è sempre più lontano. Mi è indifferente, in realtà. Il mio scopo è solo quello di fermarmi, ma farlo a metà strada va contro il mio orgoglio. Devo arrivare fino in fondo.

In cima. Bello, può anche essere davvero molto bello. Un panorama incantevole, una piazza vetusta ma seducente. Sono cose di secondaria importanza. Sono arrivata. Niente più salita, solo una veloce discesa. Una liberazione.

Camminare in pianura.

I piedi vanno da soli. Gli occhi vagano. A destra, a sinistra.
In città, che di solito le strade negli agglomerati urbani sono tutte in piano. Viali, vie, palazzi, negozi. Se turista, cammino piano, a passettini, pochi, poi mi fermo. Guardo quel c'è da vedere. Memorizzo, se è il caso. Leggo il nome della via, di un'insegna, di una lapide. Vedo un tetto, una finestra, un vaso di fiori che staziona pericolosamente su un davanzale (potrebbe anche cadere, io non lo terrei lì). Le persone fanno parte dell'insieme. Guardo i vestiti, le scarpe. I bambini buffi, i cagnolini carini al guinzaglio di padroni distratti. Gatti che spuntati da un vicolo, si bloccano improvvisamente e mi fissano, intensamente. Per un attimo. Poi schizzano altrove.
Getto l'occhio anche un po' per terra. Le buche, sono traditrici. I marciapiedi, a lastroni, sono comodi per camminarci sopra. Meno, molto meno, le vie, le piazze acciottolate. Soprattutto se ho i sandali bassi, che non sono fatti per i ciottoli. Che sono belli, a vedersi, ma scomodi.

Se indigena, vado di fretta. Sono concentrata sulla meta. Quello che c'è ai lati non esiste. Resta sullo sfondo, gli occhi sono fissi di fronte. Tutto il resto è superfluo. Un riempitivo.

Fuori città, camminare in piano è un piacere. In campagna, al mare, passo continuo, né veloce, né lento. Profumi, colori. Soprattutto colori, tanti. Si sparano davanti agli occhi, che tu lo voglia o no. E le buche, con i ciottoli, fanno parte integrante del sentiero, del viottolo, della stradina: non sono un pericolo, stanno lì perché è naturale che stiano in quel determinato posto. Non mi lamento che fanno male ai piedi. Non ho i sandali, ma scarpe comode, ideali per camminare fuori città.

E' che se questa primavera non fosse così piovosa, fredda, uggiosa (aggettivo qualificativo peculiare dell'autunno), imprevedibile, noiosa, odiosa, una bella passeggiata IN PIANO me la farei anche. Non con i sandali, però.


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