mercoledì 24 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
TEMPORARY SHOP E "CARTOLINE DAL POLO NORD" AL FILATOIO DI CARAGLIO
Anche quest'anno il Filatoio di Caraglio (Cuneo) accoglie fino a domenica 28 dicembre nei suoi spazi il TEMPORARY SHOP, lo spazio espositivo dedicato ai giovani artigiani e creativi della provincia di Cuneo i quali presenteranno le loro realizzazioni studiate appositamente per il Natale.
Alle pareti dei locali del Tomporary Shop quest'anno ci sono anche i grandi poster natalizi di Danilo Paparelli, tratti dal suo fortunato libro “Cartoline dal Polo Nord” (ed. Nerosubianco, 8€): "Una raccolta di cartoline, con Babbo Natale protagonista in svariate e buffe situazioni. Dalle cartoline si sono poi tratti grandi poster, che i visitatori della mostra potranno trovare insieme ad un Kit degli auguri perfetti”.
Lo Spazio Creativo sarà aperto fino al 28 dicembre nei seguenti orari:
dal giovedì al sabato dalle 14,30 alle 19
domenica e i festivi dalle 10 alle 19.
Il 22, 23 e 24 dicembre aperture straordinarie dalle 14,30 alle 19.
L' ingresso è libero.
Per informazioni:
Associazione Culturale Marcovaldo
tel. 0171 618 260
info@marcovaldo.it
lunedì 15 dicembre 2014
"CARTOON" NELLA NUOVA BIBLIOTECA CIVICA DI GUARENE D'ALBA
La Biblioteca Civica “G. Ferrero” di Guarene d'Alba ha inaugurato ieri domenica 14 dicembre i nuovi locali presso la Casa dei Guarenesi in Piazza Roma n.8, con il sindaco Franco Artusio, il vicesindaco Piero Rivetti, l'assessore alla cultura Giuliana Borsa e la musica del maestro Paolo Paglia.
In contemporanea è stata inaugurata la mostra “cARToon” del disegnatore cuneese Danilo Paparelli, che raccoglie una trentina di tavole umoristiche dedicate agli artisti contemporanei pubblicate negli anni dalla rivista di settore “Exibart”.
L'autore riproduce con tecniche varie, a volte metaforiche ed anche oniriche, le caratteristiche delle opere degli artisti che di volta in volta vengono trattati.
Ecco allora comparire tracce di cera fusa nel disegno dedicata a Medardo Rosso, dei fili di tessuto colorato a fianco di Alighiero Boetti, un sacco di juta per Alberto Burri, della carta strappata, tipo décollage, per Mimmo Rotella, per finire al ritratto di Vanessa Beecroft proposto al pubblico su un foglio di carta fotografica. Ma ci sono anche Pistoletto, Merz, Gilbert e George, Paolini, Abramovic, Penone, Krystufek, Arman e tantissimi altri.
venerdì 12 dicembre 2014
LA TOP MANAGER MARISA BELLISARIO NEL LIBRO DI FIORENZA BARBERO
Alessandra Demichelis e Fiorenza Barbero |
La Bellisario, scomparsa prematuramente nel 1988 a soli 53 anni, fu il mito delle ragazze degli anni Ottanta. Passò come una meteora nel mondo prettamente maschilista dei grandi manager d'industria: "Di lei si sente parlare poco, eppure ebbe una carriera sfolgorante. Partita da Ceva, borgo natio a cui restò legata e nel quale tornava sovente, si laureò a Torino e passò alla storia economica italiana per aver risanato la Italtel". Di lei rimane l'importante omonima Fondazione a Roma che aiuta e annualmente premia con "la mela d'oro" le donne in carriera.
Fiorenza Barbero ha costruito minuziosamente il suo libro attingendo dall'autobiografia della Bellisario "Donna & Top manager" e dalla ricca rassegna stampa: "Era una donna che curava la sua immagine, molto presente sui media contemporanei". Come valore aggiunto, in appendice al libro sono riportate alcune interviste della Barbero con persone che l'hanno conosciuta.
mercoledì 10 dicembre 2014
LA CONTRO COPERTINA DI TARGATOCN: I PAGLIACCI
Se tutti li adorano, perchè sovente si raccomanda di non fare il pagliaccio?
Leggi l'articolo su www.targatocn.it
venerdì 5 dicembre 2014
Quando non è il diavolo ad essere brutto come lo si dipinge
Disegno di Danilo Paparelli |
Nel Trecento, Quattrocento e Cinquecento i dipinti che raffiguravano
la Sacra Famiglia, la Natività di Gesù e l'adorazione dei Magi
erano fra i soggetti con cui ogni pittore doveva per forza
cimentarsi. In quei periodi, del resto, si ritraevano quasi
esclusivamente temi di natura religiosa. La gente, o meglio “il
popolo”, non veniva educato all'arte. Poteva vedere dipinti o
affreschi quasi unicamente nelle chiese, dove i soggetti religiosi
-per ovvie ragioni- la facevano da padroni.
Pittori famosi, alcuni famosissimi, altri sconosciuti, nel ritrarre
le madonne con i bambini, incontravano, quasi nella totalità, delle
serie difficoltà nel ritrarre i Gesù bambino. E' un aspetto che mi
ha sempre colpito. Quadri di per sé bellissimi, con tutti gli altri
soggetti dipinti perfettamente – le Madonne, soprattutto- trovano
una caduta rovinosa quando si tratta dell’infante tenuto in grembo.
Faccio qualche esempio.
Si prenda la “Madonna con il collo lungo” del Parmigianino,
dipinto intorno al 1540 e conservato nella Galleria degli Uffizi, a
Firenze. Maria è splendida, algida, con un collo lungo tipico della
pittura dell'artista. Il Bambino è invece completamente fuori
misura. Non sembra neanche un neonato, piuttosto un adolescente. E
sì che in altre opere, meno famose, Girolamo Francesco Maria Mazzola
dello “il Parmigianino” aveva dato prova nel saperci fare a
ritrarre i piccoli Gesù, come nel ritratto della Sacra Famiglia del
1524.
Un
altro Bambino gigante lo si ritrova nel quadro di Andrea del Sarto
“Madonna col Bambino” (1508-Palazzo Corsini), un infante quasi
grande come sua Madre. Un autore piuttosto sconosciuto Neroccio di
Bartolomeo de' Landi (Siena, 1447-1500) era specializzato nei dipinti
con Maria e Gesù, ed in tanti che ne dipinse non riuscì mai a
centrare una discreta verosimiglianza con un vero bambino. Il
problema suo e dei suoi contemporanei era dato dal fatto che Gesù è
la personificazione di Dio, ed in quanto tale dovrebbe essere
perfettamente consapevole di tutto quello che gli sta accadendo
intorno. Ma: come riuscire a rendere la cosa nel dipingerlo? Come ha
acutamente notato l'autore inglese Alan Bennett nel suo libro
L'imbarazzo della scelta: “Tutti,
o quasi, i bambinelli dipinti nelle Natività, alcuni striminziti,
alcuni sovrappeso, se fossero portati in un reparto di pediatria
desterebbero viva preoccupazione”. Quindi Gesù Bambino dipinto o
troppo grande, o troppo piccolo, con l'espressione da cinquantenne o
totalmente stupefatto, con l'aria ingrugnita o troppo ilare.
Fateci caso, poi, ai dipinti di artisti minori, che non riescono
neppure a rendere verosimili le fattezze degli adulti. Ecco, qui i
bambinelli sono proprio bruttissimi, eppure, forse proprio a causa
della loro scarsa avvenenza, appaiono perfino simpatici.
Neppure un'altra categoria di bambini, i putti, risultavano spesso
granché. Lasciando da parte quelli strafamosi (e belli) dipinti da
Raffaello nella Madonna Sistina o quelli di Andrea Mantegna che si
affacciano nell'affresco nella Camera degli Sposi, i cherubini ed
affini erano solitamente raffigurati come bambinoni obesi con
improbabili espressioni da vecchietti. Dovranno passare ancora molti
anni prima che gli artisti – non parlo degli immensi, ma di quelli
più modesti – acquistino la capacità di ritrarre gli infanti con
le loro originarie fattezze, e non come una sorta di adulti
rimpiccioliti e grassocci.
lunedì 1 dicembre 2014
I sentieri battuti sono pieni di visioni addormentate
Sabato 29 novembre è stata inaugurata presso il Filatoio di Caraglio la mostra Les sentiers battus sont pleins de fictions endormies / I sentieri battuti sono pieni di visioni addormentate a cura del collettivo di curatrici torinesi a.titolo, realizzato nell' ambito del progetto Alcotra "Acteurs transculturels/Creatività giovanile: linguaggi a confronto " promosso dalla Regione Piemonte in partenariato con il Conseil Général des Alpes de Haute Provence, il Conseil Général des Hautes Alpes e l 'associazione culturale Marcovaldo.
Otto giovani artisti, residenti in Italia e in Francia, reinterpretano il territorio transfrontaliero con dipinti, installazioni, video e altro. Con la collaborazione di due tutor d'eccezione, l'italiano Luca Vitone e il francese Saàdane Afif, Franco Ariaudo, Giorgio Cugno, Irene Dionisio, Luca Giacosa, Daniella Isamit Morales, Stephen Loye, Matthieu Montchamp, Cosimo Veneziano hanno partecipato a workshop e attività formative.Il risultato è accolto nelle stanze del Filatoio.
Le fotografie di Luca Giacosa, che coglie la luce nei paesaggi alpini, i video di Irene Dionisio ad esplorare luoghi dismessi, come i vecchi forti alpini, alcuni dei quali non hanno mai visto una battaglia. Il turismo "da piazzola di sosta" ricostruito da Franco Ariaudo, o l'acqua delle grandi dighe italiane e francesi nei video di Giorgio Cugno, il plastico volutamente trasandato di Stephen Loye, il paesaggio primordiale fra Italia e Francia ricostruito da Daniella Isamit Morales. L'Occitania delle immagini d'archivio rivisitate da Cosimo Veneziano, le fortezze diventate un tutt'uno con i paesaggi di frontiera di Matthieu Montchamp.
La mostra e aperta fino a domenica 1° febbraio dal giovedì al sabato dalle 14,30 alle 19, la domenica e i festivi dalle 10 alle 19. Dopo l 'Epifania la mostra sarà chiusa il giovedì e il venerdì.
L 'ingresso è libero.
Per informazioni: Associazione Culturale Marcovaldo tel. 0171 618 260 info@marcovaldo.it
venerdì 28 novembre 2014
TORINO: SHIT AND DIE
La foto, di fine ottocento, mostra le estremità un po' gonfie della contessa di Castiglione, femme fatale sfruttata per ragioni di stato dal cugino Camillo Benso: il primo selfie di piedi in assoluto che appartennero ad una donna all'avanguardia.
L'immagine, con altre della stessa contessa e insieme ad un inquietante scatto che ritrae Toulouse-Lautrec mentre defeca in spiaggia, si trovano in una stanza impacchettata nel Palazzo Cavour di Torino dove, fino all'11 gennaio, è allestita Shit and die. La mostra porta l'impronta inconfondibile di
Maurizio Cattelan, qui nelle vesti di curatore insieme a Myriam Ben Salah e Marta Papini.
Il curatore e "l'artista in pensione" Cattelan e Cattelan |
Sette sezioni omaggianti una città stranissima come Torino, dove l'antico (reale) convive - benissimo - con il contemporaneo (immaginario).
Il passato è rappresentato da cose impressionanti. Come la forca, prestata dal museo Cesare Lombroso, che fino al 1863 stava nell'omonimo rondò a Torino, utilizzata anche per l'impiccagione della "jena di San Giorgio", il macellaio cannibale, che nel ritratto d'epoca appeso di fronte sembra farti l'occhiolino, E dallo scheletro del professor Carlo Giacomini direttore del Museo di Anatomia, che se la ride nella teca, dove si è fatto mettere per propria volontà.
Il contemporaneo si manifesta, come d'uopo, in molteplici forme. Pezzi di design, quadri, installazioni, video, sculture, oggetti di artisti affermati e giovani emergenti presi in prestito dalle collezioni e dalle istituzioni della città.
Arrivati attraverso lo scalone tappezzato da biglietti di un dollaro (valore circa 30-40 mila dollari) di Eric Doeringer, accolti da un finto cippo dello stesso Cattelan, si attraversa il classico (le polaroid alle amiche di Carlo Mollino) per arrivare fino a quel tipo opere che il visitatore contribuisce alla creazione, sovente a sua insaputa, come le tele bianche in itinere, sepolte da Davide Balula sotto del terriccio mantenuto costantemente umido dal personale della mostra. Poi i tappeti-non tappeti di Aldo Mondino. Da portarsi a casa, se me lo potessi permettere.
Quindi un omaggio dissacrante ai torinesi famosi o famigerati: vari componenti della famiglia Agnelli, Marchionne, il sindaco Fassino, la Littizzetto,giocatori di pallone e altri ritratti stravolti di
artisti come Thomas Braida, Valerio Nicolai, Emiliano Troco, e Aleksander Velisceki.
Maestosi i murales di Stelios Faitakis che celebrano momenti topici della storia di Torino, come la follia di Nietsche o la costruzione del tunnel del Frejus.
Prima di lasciare Palazzo Cavour, l'impercettibile accartocciamento di un’auto al ritmo di 39 metronomi di Martin Creed, tenuti in costante ricarica dai ragazzi della mostra, accomiata il visitatore frastornato, divertito e un po' turbato. Ma non era forse questo l'intento del trio Cattelan-Ben Salah-Papini?
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