Disegno di Danilo Paparelli |
Nel Trecento, Quattrocento e Cinquecento i dipinti che raffiguravano
la Sacra Famiglia, la Natività di Gesù e l'adorazione dei Magi
erano fra i soggetti con cui ogni pittore doveva per forza
cimentarsi. In quei periodi, del resto, si ritraevano quasi
esclusivamente temi di natura religiosa. La gente, o meglio “il
popolo”, non veniva educato all'arte. Poteva vedere dipinti o
affreschi quasi unicamente nelle chiese, dove i soggetti religiosi
-per ovvie ragioni- la facevano da padroni.
Pittori famosi, alcuni famosissimi, altri sconosciuti, nel ritrarre
le madonne con i bambini, incontravano, quasi nella totalità, delle
serie difficoltà nel ritrarre i Gesù bambino. E' un aspetto che mi
ha sempre colpito. Quadri di per sé bellissimi, con tutti gli altri
soggetti dipinti perfettamente – le Madonne, soprattutto- trovano
una caduta rovinosa quando si tratta dell’infante tenuto in grembo.
Faccio qualche esempio.
Si prenda la “Madonna con il collo lungo” del Parmigianino,
dipinto intorno al 1540 e conservato nella Galleria degli Uffizi, a
Firenze. Maria è splendida, algida, con un collo lungo tipico della
pittura dell'artista. Il Bambino è invece completamente fuori
misura. Non sembra neanche un neonato, piuttosto un adolescente. E
sì che in altre opere, meno famose, Girolamo Francesco Maria Mazzola
dello “il Parmigianino” aveva dato prova nel saperci fare a
ritrarre i piccoli Gesù, come nel ritratto della Sacra Famiglia del
1524.
Un
altro Bambino gigante lo si ritrova nel quadro di Andrea del Sarto
“Madonna col Bambino” (1508-Palazzo Corsini), un infante quasi
grande come sua Madre. Un autore piuttosto sconosciuto Neroccio di
Bartolomeo de' Landi (Siena, 1447-1500) era specializzato nei dipinti
con Maria e Gesù, ed in tanti che ne dipinse non riuscì mai a
centrare una discreta verosimiglianza con un vero bambino. Il
problema suo e dei suoi contemporanei era dato dal fatto che Gesù è
la personificazione di Dio, ed in quanto tale dovrebbe essere
perfettamente consapevole di tutto quello che gli sta accadendo
intorno. Ma: come riuscire a rendere la cosa nel dipingerlo? Come ha
acutamente notato l'autore inglese Alan Bennett nel suo libro
L'imbarazzo della scelta: “Tutti,
o quasi, i bambinelli dipinti nelle Natività, alcuni striminziti,
alcuni sovrappeso, se fossero portati in un reparto di pediatria
desterebbero viva preoccupazione”. Quindi Gesù Bambino dipinto o
troppo grande, o troppo piccolo, con l'espressione da cinquantenne o
totalmente stupefatto, con l'aria ingrugnita o troppo ilare.
Fateci caso, poi, ai dipinti di artisti minori, che non riescono
neppure a rendere verosimili le fattezze degli adulti. Ecco, qui i
bambinelli sono proprio bruttissimi, eppure, forse proprio a causa
della loro scarsa avvenenza, appaiono perfino simpatici.
Neppure un'altra categoria di bambini, i putti, risultavano spesso
granché. Lasciando da parte quelli strafamosi (e belli) dipinti da
Raffaello nella Madonna Sistina o quelli di Andrea Mantegna che si
affacciano nell'affresco nella Camera degli Sposi, i cherubini ed
affini erano solitamente raffigurati come bambinoni obesi con
improbabili espressioni da vecchietti. Dovranno passare ancora molti
anni prima che gli artisti – non parlo degli immensi, ma di quelli
più modesti – acquistino la capacità di ritrarre gli infanti con
le loro originarie fattezze, e non come una sorta di adulti
rimpiccioliti e grassocci.
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