Disegno di Danilo Paparelli |
Ho potuto constatare proprio in questi giorni un esempio di come le
pubblicità televisive possano variare a seconda del Paese
destinatario della vendita del prodotto. Nuovo modello di auto di
segmento B di una nota marca francese. In Francia si punta sullo
humour: alla porta di casa di un ragazzo qualunque bussa il suo alter
ego ultra disinibito, addirittura in mutande, che lo spinge a fare
cose che lui non avrebbe mai fatto per mancanza di coraggio. Il suo
alias lo aiuta a darsi una mossa, fino ad acquistare l'auto
pubblicizzata, simbolo delle migliori qualità tecniche nel caso del
mezzo meccanico, come pure caratteriali, in chi sceglie appunto
questo modello.
Da noi in Italia, invece, la solita storia. Ragazzo giovane e molto
piacente, già di suo “cool” che ovviamente si prende la suddetta
auto, che lo fa sembrare ancora più “cool”. Insomma, una
banalità. Così come sono banali la maggior parte degli spot che
sono trasmessi su tutte le nostre reti televisive, tanto da far
rimpiangere i vecchi “Caroselli” in bianco e nero. Che "Carosello" è stato perfino riesumato, con le versioni lunghe delle pubblicità corte, ma è inguardabile.
Il corto filmato che in teoria dovrebbe saper cogliere l'attenzione
dello spettatore, perché quella sarebbe la sua ragion d'essere.
Invece, per la maggior parte, gli spot italiani sono noiosi, senza
alcun guizzo di fantasia, e ripetitivi. Alcuni vengono messi in onda
addirittura per anni per l’esasperazione del teleutente. Faranno
vendere il prodotto? A quanto pare sì, altrimenti cambierebbero. Ma
quanto hanno stufato queste réclame di tipi che ballano sulla
spiaggia sulle note di un bellissimo tango che da stupendo è
diventato stucchevole, di altri tipi che vanno a salvare con
improbabili idrovolanti dei deficienti in tuxedo che si sono spersi
in mare su una zattera “con i loro strumenti” e poi si bevono un
amaro.
Purtroppo nelle nostre tv le pubblicità mancano di quel guizzo in
più che ti spingono per qualche secondo ad essere catturato dal
piccolo schermo. Vien da pensare che se le pubblicità son così vuol
dire che il pubblico cui sono dirette è altrettanto prevedibile e
banale. E forse neanche tanto intelligente, se è vero che lo stesso
spot deve andare in onda migliaia di volte per sortire il suo
effetto.
Sulle tv estere è tutta un'altra cosa. Tralascio quella che per me è
il top, ovvero la pubblicità di marca anglosassone. Ma, senza
spostarsi di molto, basta dare uno sguardo ai programmi pubblicitari
francesi. Intanto, lì, gli spot cambiano quasi tutte le settimane e
non li tengono buoni per anni. Poi, si vede che dietro c'è un lavoro
notevole, a partire dalla sceneggiatura. Possono essere infatti anche
semplici e costruiti con pochi mezzi, ma quasi sempre c'è l'idea che
li trasforma da momento utile per andare in bagno o prendersi un the,
a veri catalizzatori di attenzione. A prescindere spesso dal
prodotto che devono far vendere, i pubblicitari d'oltralpe puntano
sul finalino a sorpresa o sul raccontino umoristico, che spesso
riescono a strappare perfino un sorriso. Che per una pubblicità
italiana, tranne sparuti casi, è pura fantascienza.
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