Disegno di Danilo Paparelli |
Nel giro di due-tre mesi, tra maggio e luglio, si concentra la
maggior parte dei compleanni di parenti, amici e conoscenti. Tutti
concepiti quando i genitori, complici i mesi estivi, erano più
“rilassati”. Non è tanto il mio caso personale, perché sono
nata esattamente nove mesi dopo il matrimonio dei miei. Mia madre,
poverina, non si è potuta godere i primi tempi idilliaci che un
matrimonio, in teoria, almeno agli inizi, dovrebbe assicurare.
Un'altra tranche cospicua di gente che conosco, invece, festeggia in
pieno inverno, a dicembre e gennaio. Quasi nessuno negli altri mesi.
Il fatto che i compleanni di tante persone si concentrino in un
determinato periodo, potrebbe essere in parte spiegato dal
“paradosso del compleanno” di un certo Richard Von Mises. Il
paradosso afferma che la probabilità che almeno due persone in un
gruppo compiano gli anni lo stesso giorno è largamente superiore a
quanto si tenderebbe a credere. Infatti già in un gruppo di 23
persone la probabilità è circa 0,51; con 30 persone essa supera
0,70, con 50 persone tocca addirittura 0,97, anche se per arrivare
all'evento certo occorre considerare un gruppo di almeno 367 persone.
Quelli più scalognati sono i nati a ridosso di festività che
cannibalizzano una data che, fra tutte, è la più importante per
ognuno di noi. Avere avuto la “sfortuna” di nascere nei giorni
che coincidono con Natale può portare all'oblio del genetliaco per
molti amici o parenti. Conosco un ex famoso calciatore della
Nazionale che, mi diceva, è nato il 25 dicembre ed è stato chiamato
pure Stefano, con suo grande rammarico, così da giocarsi anche
l’onomastico, cosa che soprattutto da giovane l’ha fatto
arrabbiare non poco. Anche il periodo intorno a ferragosto non è un
granché per festeggiare il proprio compleanno. E' forse l'unica
settimana dell'anno che tutti sono da qualche altra parte.
Il
compleanno è vissuto più o meno serenamente. Può essere un'
occasione per festeggiare, ma di solito sono già quelli che hanno
uno spirito più festaiolo a godersi questa ricorrenza prendendo quel
giorno come un ulteriore incremento della propria gioia. Altri, lo
considerano un giorno che porta, ineluttabilmente, soltanto ad avere
un anno in più – o un anno in meno - nel computo generale della
vita, a seconda di come la si prenda. Non per nulla, quelli che si
ricordano più volentieri, sono i primi, quelli della giovinezza.
Poi, uno dietro l'altro, si tende a confonderli un po' tutti. Fino ad
arrivare a quelli, se si è in salute e nelle piene facoltà mentali,
veramente importanti: gli ottanta, i novanta e, per chi ci arriva, i
cento. Numeri che fino a poche decine di anni or sono, solo
pochissimi fortunati riuscivano a raggiungere. E che, ancora oggi, in
tanti, troppi, paesi del mondo, sono un traguardo inimmaginabile per
molte persone. O addirittura per molti bambini, che non riescono
neppure ad arrivare ad un anno di età.
E poi, c'è il “non-compleanno”. Istituito dal Leprotto Bisestile
e dal Cappellaio Matto di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, si
festeggia ogni giorno dell'anno, escluso quello del compleanno.
E' così che si dovrebbe fare.
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