Visita fugace (purtroppo il tempo a disposizione per attività piacevoli è sempre troppo poco) ad Arles, in concomitanza con la 45ma edizione dei "Rencontres de la Photographie" (fino al 21 settembre) diretti da François Hébel. Grandi nomi di fotografi di culto come Bailey, Clergue, Muniz, Avendon, Sander.
In effetti sarebbe opportuno fermarsi almeno un paio di giorni, nella cittadina provenzale di una bellezza senza tempo, per poter visitare almeno alcune delle cinquanta mostre che si ritrovano, gironzolando, un po' dappertutto.
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Accanto all'anfiteatro romano restaurato, dove si svolgono spettacoli teatrali e le tipiche Corse camarghesi (una sorta di corrida incruenta), l'esposizione dedicata alle fotografie di Davide Monteleone "Spasibo", uno sguardo in bianco e nero sulla Repubblica cecena. La devastazione a seguito dell'annosa guerra con la Russia ha lasciato tracce di sofferenza incancellabile sui volti ritratti di uomini, donne e bambini. Paesaggi deprimenti, luoghi dove l'architettura (brutta) si è fermata agli anni Settanta, un posto da cui scapparei.
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Giovani talenti (tutte donne) espongono presso la Salle Henri Comte. Maud Bernos, Serena de Sanctis, Delphine Schacher et Camille Szklorz sono le fotografe premiate dal concorso "SFR Jeunes Talents Photo-Rencontres d’Arles 2014".
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E poi via, di corsa (uff), nelle piazze, nelle vie, dove ogni palazzo, ogni casa ti sorprende con un particolare, un fregio, un bassorilievo. Inaspettati.
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