Disegno di Danilo Paparelli |
Gli “esperti nutrizionisti” vanno ripetendo da anni che la
colazione è il pasto più importante della giornata. Secondo loro,
dovremmo metterci lì tutti quanti al mattino, e perdere un 'ora per
preparare e mangiare, tranquillamente, senza fretta – altrimenti si
digerisce male, quindi sarebbe controproducente – tutta una serie
di alimenti salutari.
Cosa che si può provare a fare giusto in vacanza. Per gli altri
rimanenti undici mesi, per chi lavora o va a scuola, il momento della
colazione risulta essere, quasi per tutti, un veloce ingozzarsi della
prima cosa che si trova a portata di mano. Che l'”esperto
nutrizionista” provi a dirlo a chi deve prendere il treno alle 7
del mattino, di sedersi a tavola con tutta la famiglia, per godersi
una “sana” colazione, con carboidrati, frutti, latte, o tè,
yogurt e via dicendo. Pura fantascienza.
Si può tentare qualcosa di simile alla “colazione salutare”,
appunto, durante il periodo delle ferie. Ma solo se non si è in
albergo. Perché dalla prima colazione “sana” si passa
direttamente alla “grande abbuffata”
Sono le colazioni che, nella loro versione migliore, farebbero
risuscitare un morto. Personalmente, non riesco a resistere a tutto
quel bendidio presentato sotto forma di “colazione continentale”,
una sorta di banchetto dove c'è di tutto. Il dolce ed il salato –
il mio preferito – in tutte le loro declinazioni. Da bere: tè,
caffè, succhi di frutta, cappuccino, cioccolata. E poi, soprattutto,
le classiche cose che in qualsiasi altro momento dell'anno non
mangerei mai per colazione: bacon, uova strapazzate, salsicciotti,
verdure cotte. Meglio ancora se ci sono i panini appena sfornati,
ancora tiepidini.
E si raggiunge l'apice del piacere se il tutto è presentato in modo
che anche gli occhi ne possano godere. Una bella colazione, ricca,
per me è ciò che può portare un valore aggiunto ad un buon
albergo.
Che delusione, invece, quando la prima mattina di permanenza in
pensione/albergo si raggiunge la sala colazione e ci cade l'occhio su
un buffet miserello: qualche croissant, fette biscottate,
marmellatine e burrini monoporzione da discount alimentare,
sacchettini, sempre monoporzione, di gallette asciutte e secche e
succhi di frutta appena spillati dal tetrapack. Una grande fetta
della goduria vacanziera che consiste – appunto – nell'abbuffarsi
in ore a.m., evapora miseramente. Che poi, tutta questo appetito che
ci viene in vacanza, non si ha sempre. Sparisce del tutto quando si
hanno 5-10 minuti a disposizione per ingurgitare qualche cosa e
buttarsi in tutta fretta fuori di casa.
Un capitolo a sé è da dedicarsi agli amanti della “colazione al
bar”. Ce ne sono tantissimi. Per loro, è un rito. Cappuccino e
brioche gustati al bar preferito è un piacere della vita
irrinunciabile. Nei fine settimana e/o nei giorni lavorativi. Questi
ultimi, però, non mi convincono. Non comprendo che piacere si possa
trarre dal bere in piedi, in due centimetri quadrati di spazio, con i
gomiti di altri addosso che attentato alla vita, un caffè che non
si ha nemmeno il tempo di gustare, perché bisogna fare in fretta. Un
bel cappuccino ben fatto, invece, centellinato seduti al tavolino,
accompagnato da un piattino con dolcetti assortiti, senza l'assillo
dell'orologio, è ancora un piacere che, di tanto in tanto, può
rendere la vita più “leggera”.
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