mercoledì 30 luglio 2014
mercoledì 23 luglio 2014
Paese che vai, pubblicità che trovi
Disegno di Danilo Paparelli |
Ho potuto constatare proprio in questi giorni un esempio di come le
pubblicità televisive possano variare a seconda del Paese
destinatario della vendita del prodotto. Nuovo modello di auto di
segmento B di una nota marca francese. In Francia si punta sullo
humour: alla porta di casa di un ragazzo qualunque bussa il suo alter
ego ultra disinibito, addirittura in mutande, che lo spinge a fare
cose che lui non avrebbe mai fatto per mancanza di coraggio. Il suo
alias lo aiuta a darsi una mossa, fino ad acquistare l'auto
pubblicizzata, simbolo delle migliori qualità tecniche nel caso del
mezzo meccanico, come pure caratteriali, in chi sceglie appunto
questo modello.
Da noi in Italia, invece, la solita storia. Ragazzo giovane e molto
piacente, già di suo “cool” che ovviamente si prende la suddetta
auto, che lo fa sembrare ancora più “cool”. Insomma, una
banalità. Così come sono banali la maggior parte degli spot che
sono trasmessi su tutte le nostre reti televisive, tanto da far
rimpiangere i vecchi “Caroselli” in bianco e nero. Che "Carosello" è stato perfino riesumato, con le versioni lunghe delle pubblicità corte, ma è inguardabile.
Il corto filmato che in teoria dovrebbe saper cogliere l'attenzione
dello spettatore, perché quella sarebbe la sua ragion d'essere.
Invece, per la maggior parte, gli spot italiani sono noiosi, senza
alcun guizzo di fantasia, e ripetitivi. Alcuni vengono messi in onda
addirittura per anni per l’esasperazione del teleutente. Faranno
vendere il prodotto? A quanto pare sì, altrimenti cambierebbero. Ma
quanto hanno stufato queste réclame di tipi che ballano sulla
spiaggia sulle note di un bellissimo tango che da stupendo è
diventato stucchevole, di altri tipi che vanno a salvare con
improbabili idrovolanti dei deficienti in tuxedo che si sono spersi
in mare su una zattera “con i loro strumenti” e poi si bevono un
amaro.
Purtroppo nelle nostre tv le pubblicità mancano di quel guizzo in
più che ti spingono per qualche secondo ad essere catturato dal
piccolo schermo. Vien da pensare che se le pubblicità son così vuol
dire che il pubblico cui sono dirette è altrettanto prevedibile e
banale. E forse neanche tanto intelligente, se è vero che lo stesso
spot deve andare in onda migliaia di volte per sortire il suo
effetto.
Sulle tv estere è tutta un'altra cosa. Tralascio quella che per me è
il top, ovvero la pubblicità di marca anglosassone. Ma, senza
spostarsi di molto, basta dare uno sguardo ai programmi pubblicitari
francesi. Intanto, lì, gli spot cambiano quasi tutte le settimane e
non li tengono buoni per anni. Poi, si vede che dietro c'è un lavoro
notevole, a partire dalla sceneggiatura. Possono essere infatti anche
semplici e costruiti con pochi mezzi, ma quasi sempre c'è l'idea che
li trasforma da momento utile per andare in bagno o prendersi un the,
a veri catalizzatori di attenzione. A prescindere spesso dal
prodotto che devono far vendere, i pubblicitari d'oltralpe puntano
sul finalino a sorpresa o sul raccontino umoristico, che spesso
riescono a strappare perfino un sorriso. Che per una pubblicità
italiana, tranne sparuti casi, è pura fantascienza.
lunedì 21 luglio 2014
BAROLO - COLLISIONI 2014
Alcuni degli ospiti di Collisioni, la kermesse letterario-musicale annuale a Barolo.
Forse centomila persone hanno invaso il paese in una giornata caldissima e soleggiata.
Come gli scorsi anni, l'organizzazione è riuscita a coordinare molto bene l'ingresso delle migliaia di partecipanti, cosa non facile nè scontata.
Mauro Corona |
Michele Serra |
Piero Pelù |
Per Guccini |
Francesco Guccini e Carlin Petrini |
Mario Biondi |
Elisa |
Barolo by night |
venerdì 18 luglio 2014
L'ILE D'OR - VAR (FRANCIA)
L'Île d'Or è un piccolissimo isolotto roccioso di porfido (lungo 190 metri e largo 90), privato, visibile dalla strada litoranea a pochi chilometri di Saint-Raphael, nei pressi di capo Dramont, nel dipartimento di Var (Costa Azzurra).
La sua storia è curiosa.
Cito Wikipedia: "Nel 1905, lo scoglio fu bizzarramente vinto al gioco delle carte dal noto medico Auguste Lutaud. Il dottore, entrato in possesso del bellissimo sito, posto davanti alla costa francese, pensò di abitarvi e, per questo, fece costruire ed ultimare, nel 1912 una poderosa torre di avvistamento in stile saraceno. L'eccentrico proprietario organizzò una sontuosa festa il 25 settembre 1913 cui parteciparono gli esponenti più importanti della nobiltà e finanza della costa: in quest'occasione costituì il Regno dell'Insula Aurea e assunse il nome di re Augusto I.
Gli eredi del re si curarono poco dell'insula aurea e la torre cadde in degrado e fu anche danneggiata da vandali. Nel 1961, però, fu venduta ad un ufficiale della Marina francese, François Bureau, che provvide a far restaurare il torrione L'isoletta, il cui accesso è vietato, è ancora in possesso dei discendenti del Bureau: cinque figli e sedici nipoti che vi trascorrono il periodo estivo".
mercoledì 16 luglio 2014
lunedì 14 luglio 2014
1944 - LO SBARCO DEGLI AMERICANI SULLE SPIAGGE DEL VAR
Poco distante da Saint Raphael - Costa Azzurra - sulla spiaggia d'Agay il 15 agosto del 1944 sbarcarono le truppe americane al comando dell’Ammiraglio texano Henry Kent Hewitt.
Da qui iniziò l'offensiva contro l’armata tedesca, con un'imponente uso di forze. Alle 8 del mattino la 36ma divisione fanteria (i Rangers) misero piede sulle spiagge e sbarcarono i mezzi blindati.
Il 28 agosto gli alleati conquistarono e liberarono tutta la regione del Var.
venerdì 11 luglio 2014
STATUA DELLA LIBERTA' a NIZZA
E' un po' "così" la versione della “Statue de la Liberté” inaugurata a Nizza lo scorso mese di febbraio nel Quai des Etats-Unis, il tratto che porta dalla Promenade des Anglais al porto. 1 metro e 35 centimetri per un peso di circa 80 chili, ma al naturale sembra più piccola.
Opera dell'artista alsaziano Frédéric-Auguste Bartholdi (ultima di una serie di opere simili a quelle di New York detenute dalla “Fondation de la Fonderie de Coubertin” di Saint-Remy-les-Chevreusese) è tale e quale l'originale che si trova a Liberty Island, Manhattan, ma non è l'unica statuina della libertà in Francia.
A Parigi infatti ce ne sono due: una più grande (alta oltre 11 metri) si trova lungo la Senna, al Ponte di Grenelle e l’altra si trova all’interno dei Jardins du Luxembourg.
Che fanno un'altra figura, se mi è concesso dirlo.
Opera dell'artista alsaziano Frédéric-Auguste Bartholdi (ultima di una serie di opere simili a quelle di New York detenute dalla “Fondation de la Fonderie de Coubertin” di Saint-Remy-les-Chevreusese) è tale e quale l'originale che si trova a Liberty Island, Manhattan, ma non è l'unica statuina della libertà in Francia.
A Parigi infatti ce ne sono due: una più grande (alta oltre 11 metri) si trova lungo la Senna, al Ponte di Grenelle e l’altra si trova all’interno dei Jardins du Luxembourg.
Che fanno un'altra figura, se mi è concesso dirlo.
mercoledì 9 luglio 2014
NIZZA - PROMENADE DU PAILLON
Ci arrivo in autobus. Nel tragitto salgono i controllori. Sono in SETTE. Tre sul pullman e quattro rimangono alla fermata. Tutto a posto (me compresa, ovviamente). Sembra che qui tutti paghino il biglietto. Strano, ma vero. In pochi istanti i Tre scendono e raggiungono gli altri.
Poi faccio un pezzetto a piedi. La giornata è ventosa, e per questo tersa. Raggiungo il nuovo parco urbano, tra Avenue Faure e Boulevard Jean Jaurès, la Promenade du Paillon, una striscia verde inaugurata alla fine dello scorso anno, là dove c'erano una stazione degli autobus e un parcheggio multipiano squallidi, come si conviene alle stazioni e ai parcheggi.
Nizza sta cambiando faccia, a poco a poco. In meglio.
Tram, polmoni verdi, zone pedonali. Soprattutto zone pedonali. Qui non fanno tante storie.
Il sindaco, appena rieletto, Christian Estrosi, sorriso smart tipo Beautiful, pare un decisionista. Nel bene e nel male (vedi il divieto di festeggiare con le bandiere nazionali non francesi durante i Mondiali di calcio).
Oggi qui ho visto una scena bellissima. Tanti bambini a sguazzare in mezzo ai getti d'acqua, che sembrano messi lì apposta. Forse il Beautiful Estrosi aveva pensato proprio a loro, chissà.
Nella Promenade, che segue il percorso del fiume Paillon, - un tempo scorreva a cielo aperto- conta 600 alberi, 6 mila arbusti, 50 mila pianticelle, fontane, getti d’acqua, nebulizzatori, chioschi, spazi coperti per il relax.
Bello.
lunedì 7 luglio 2014
I COMPLEANNI
Disegno di Danilo Paparelli |
Nel giro di due-tre mesi, tra maggio e luglio, si concentra la
maggior parte dei compleanni di parenti, amici e conoscenti. Tutti
concepiti quando i genitori, complici i mesi estivi, erano più
“rilassati”. Non è tanto il mio caso personale, perché sono
nata esattamente nove mesi dopo il matrimonio dei miei. Mia madre,
poverina, non si è potuta godere i primi tempi idilliaci che un
matrimonio, in teoria, almeno agli inizi, dovrebbe assicurare.
Un'altra tranche cospicua di gente che conosco, invece, festeggia in
pieno inverno, a dicembre e gennaio. Quasi nessuno negli altri mesi.
Il fatto che i compleanni di tante persone si concentrino in un
determinato periodo, potrebbe essere in parte spiegato dal
“paradosso del compleanno” di un certo Richard Von Mises. Il
paradosso afferma che la probabilità che almeno due persone in un
gruppo compiano gli anni lo stesso giorno è largamente superiore a
quanto si tenderebbe a credere. Infatti già in un gruppo di 23
persone la probabilità è circa 0,51; con 30 persone essa supera
0,70, con 50 persone tocca addirittura 0,97, anche se per arrivare
all'evento certo occorre considerare un gruppo di almeno 367 persone.
Quelli più scalognati sono i nati a ridosso di festività che
cannibalizzano una data che, fra tutte, è la più importante per
ognuno di noi. Avere avuto la “sfortuna” di nascere nei giorni
che coincidono con Natale può portare all'oblio del genetliaco per
molti amici o parenti. Conosco un ex famoso calciatore della
Nazionale che, mi diceva, è nato il 25 dicembre ed è stato chiamato
pure Stefano, con suo grande rammarico, così da giocarsi anche
l’onomastico, cosa che soprattutto da giovane l’ha fatto
arrabbiare non poco. Anche il periodo intorno a ferragosto non è un
granché per festeggiare il proprio compleanno. E' forse l'unica
settimana dell'anno che tutti sono da qualche altra parte.
Il
compleanno è vissuto più o meno serenamente. Può essere un'
occasione per festeggiare, ma di solito sono già quelli che hanno
uno spirito più festaiolo a godersi questa ricorrenza prendendo quel
giorno come un ulteriore incremento della propria gioia. Altri, lo
considerano un giorno che porta, ineluttabilmente, soltanto ad avere
un anno in più – o un anno in meno - nel computo generale della
vita, a seconda di come la si prenda. Non per nulla, quelli che si
ricordano più volentieri, sono i primi, quelli della giovinezza.
Poi, uno dietro l'altro, si tende a confonderli un po' tutti. Fino ad
arrivare a quelli, se si è in salute e nelle piene facoltà mentali,
veramente importanti: gli ottanta, i novanta e, per chi ci arriva, i
cento. Numeri che fino a poche decine di anni or sono, solo
pochissimi fortunati riuscivano a raggiungere. E che, ancora oggi, in
tanti, troppi, paesi del mondo, sono un traguardo inimmaginabile per
molte persone. O addirittura per molti bambini, che non riescono
neppure ad arrivare ad un anno di età.
E poi, c'è il “non-compleanno”. Istituito dal Leprotto Bisestile
e dal Cappellaio Matto di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, si
festeggia ogni giorno dell'anno, escluso quello del compleanno.
E' così che si dovrebbe fare.
venerdì 4 luglio 2014
FETTA DI POLENTA
Poco distante dalla celeberrima Mole, Alessandro Antonelli fece costruire un'edificio singolarissimo, Casa Scaccabarozzi (il cognome della moglie) conosciuta dai torinesi come Fetta di polenta.
Le misure assurde : circa 16 metri su via Giulia di Barolo, 4,35 metri su corso San Maurizio e appena 54 centimetri di parete dalla parte opposta a quella del corso (parallela a corso San Maurizio e ortogonale a via Giulia di Barolo).
Edificato fra il 1840 e il 1881, nell'edificio ci andarono ad abitare proprio i coniugi Antonelli. Sette piani sono fuori terra, mentre due sono sotterranei ed è la profondità delle fondamenta che gli conferì la sua proverbiale stabilità.
Vista dal vero, è impressionante, e viene da dubitare sulla reale abitabilità dei suoi interni, che invece sono sempre stati sfruttati come normali appartamenti. Nel 1979 l'architetto Renzo Mongiardino restaurò il palazzo che era suddiviso in singole unità immobiliari per ciascun piano.rendendo gli interni e gli arredi assunsero un aspetto omogeneo. Lo stesso Mongiardino ammise che la sensazione finale fu quella di «abitare in una torre formata dalla sovrapposizione di molti vagoni ferroviari» autonomi ma sapientemente connessi (Wikipedia).
Oggi, dopo essere diventata la sede della galleria Franco Noero, è abitazione privata dall'estate del 2013, pur mantenendo al suo interno installazioni di arte contemporanea visitabili privatamente.
Le misure assurde : circa 16 metri su via Giulia di Barolo, 4,35 metri su corso San Maurizio e appena 54 centimetri di parete dalla parte opposta a quella del corso (parallela a corso San Maurizio e ortogonale a via Giulia di Barolo).
Edificato fra il 1840 e il 1881, nell'edificio ci andarono ad abitare proprio i coniugi Antonelli. Sette piani sono fuori terra, mentre due sono sotterranei ed è la profondità delle fondamenta che gli conferì la sua proverbiale stabilità.
Vista dal vero, è impressionante, e viene da dubitare sulla reale abitabilità dei suoi interni, che invece sono sempre stati sfruttati come normali appartamenti. Nel 1979 l'architetto Renzo Mongiardino restaurò il palazzo che era suddiviso in singole unità immobiliari per ciascun piano.rendendo gli interni e gli arredi assunsero un aspetto omogeneo. Lo stesso Mongiardino ammise che la sensazione finale fu quella di «abitare in una torre formata dalla sovrapposizione di molti vagoni ferroviari» autonomi ma sapientemente connessi (Wikipedia).
Oggi, dopo essere diventata la sede della galleria Franco Noero, è abitazione privata dall'estate del 2013, pur mantenendo al suo interno installazioni di arte contemporanea visitabili privatamente.
mercoledì 2 luglio 2014
LA CONTRO COPERTINA DI TARGATOCN
Quando “stessa spiaggia stesso mare” è solo più il refrain di una canzone
Leggi l'articolo su www.targatocn.it
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