Pablo Picasso andò a vivere in Costa Azzurra subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Toccò Antibes, Cannes, Mougins e infine Vallauris, dove restò fino al 1955.
C'è solo da immaginarseli, quegli anni, perché oggi la cittadina,soprattutto in bassa stagione, è dimessa, vuota e malinconica. Tanti negozi tipici di ceramiche, che costituivano la sua maggior attrattiva per i turisti, hanno chiuso (degli oltre 250 centri di produzione sul territorio del comune oggi ne restano solo pochissimi), ma si respira in ogni angolo lo spirito di Picasso, cui la cittadina ha dedicato l'omonimo museo.
Ho visto i quadri che furono dipinti in quegli anni nella mostra di Monaco dello scorso anno, quasi uno al giorno, tipici della smania di vivere picassiana, ma a Vallauris l'artista si dedicò soprattutto alla creazione di migliaia di ceramiche nell’atelier Madoura.
Nel 1950 Picasso donò alla città la statua "L'homme au mouton", oggi esposta sulla omonima piazza.
lunedì 31 marzo 2014
venerdì 28 marzo 2014
PRIMAVERA...
Disegno di Danilo Paparelli |
Le vetrine ce lo stanno dicendo già da un po' di tempo: sta
arrivando la primavera. I colori sgargianti, o pastello, sono lì a
dirci che è tempo di lasciarci alle spalle il grigiume e lo scuro
dell'inverno. E' la stagione del rinnovamento. Che lo vogliamo o no,
ora possiamo gettarci alle spalle tutta la pesantezza dei mesi
trascorsi: novembre e le sue brume, dicembre e le fatiche natalizie,
gennaio e il gelo, febbraio e la falsità gaudente del carnevale.
A marzo, invece, iniziamo a respirare. Non ancora nei primi giorni,
troppo a ridosso di febbraio, che si portano ancora dietro impennate
improvvise di gelo. Invece intorno al 21, appunto, iniziamo a tirare
fuori maglioncini di cotone e a mettere a riposo quelli di lana.
Timidamente, però, perché la primavera è ingannatrice. Sei uscita
con una mise leggerina? Zàc, nel giro di poche ore una brezza
pungente ti colpisce a tradimento. Risultato: l'odioso raffreddore
primaverile.
Marzo è anche il mese durante il quale i motociclisti riesumano le
loro moto. Che voglia di farsi un giro, dopo mesi e mesi di garage! E
però. La primavera è ingannatrice, si è detto. Si parte al mattino
con un bel sole allettante, si rientra prima del previsto per un
improvviso scroscio di pioggia. Poi per altri tre o quattro fine
settimana la moto se ne sta nuovamente rintanata in garage.
Ma la primavera l'amiamo. Si fanno progetti, si pianificano viaggi,
approfittando di un ponte, che sarà inevitabilmente piovoso, salvo
poi un sole “che spacca le pietre” il lunedì subito successivo.
Ma non fa nulla, sentiamo la necessità della bella stagione, ne
abbiamo il bisogno fisico. I bambini possono finalmente giocare
all'aria aperta, non più talmente imbaccuccati da non riuscire
neppure a muoversi.
E spesso, si passa dall'inverno all'estate attraverso una primavera
timida, frescolina, irritante, perché si ha proprio voglia del sole
caldo sulla pelle. Una primavera che non sa fare il suo mestiere,
cioè di traghettatrice fino all'estate. Con la temperatura che si
alza per gradi, a poco a poco. Come per gli alberi che passano dal
brullo, alle gemme, alle foglioline, e poi alle foglie, quelle vere.
Senza saltare nessuna fase, anche se fa freddo, anche se piove
sempre.
mercoledì 26 marzo 2014
LA CONTRO COPERTINA DI TARGATOCN: Parliamo seriamente delle burle o ci scherziamo su?
C'è gente che si diverte
da morire ad architettare gli scherzi. Io non sono fra questi.
Colgo solo il lato
crudele, l'inganno di una persona che per una qualche frazione di
secondo si ritrova a contatto con qualcosa di improvviso, strano e a
volte spiacevole. Chi subisce lo scherzo il più delle volte non lo
apprezza per nulla, ma ride ugualmente. Si mostra superiore a chi gli
ha teso il tranello, finge di divertirsi, ma cova il fastidio, anche
l'odio.
L'unico scherzo del quale
sono stata vittima e del quale conservo il ricordo è stato il
tradizionale gavettone da spiaggia, il giorno di ferragosto di
decenni fa. Ero andata a trovare un'amica in uno stabilimento
balneare poco lontano dal mio. Ferma davanti agli ombrelloni, cercavo
con lo sguardo la ragazza. Intorno a me, nessuno. Un attimo, ed ero
inondata da uno scroscio d'acqua, probabilmente una bella secchiata.
Mi volto, guardo a destra, a sinistra, davanti, dietro. Nessuno.
Soltanto gente divertita sdraiata sotto il sole. Non così “tanto”
divertita, devo dire, e la cosa mi consola un pochino. Me ne sto
ferma e gocciolante per qualche istante, tanto della mia “amica”
(mi ero fatta un'idea di chi possa essere stata la mente della burla,
e non mi ci è voluto neppure un grande sforzo) non c'è traccia. In
seguito le ho chiesto, ma lei, meschinamente ha negato.
Ringrazio di essere stata
il bersaglio di uno scherzo piuttosto innocuo, eppure ci sono stata
male. Non riesco a pensare come possano sentirsi coloro che invece
sono le vittime di beffe assai più crudeli, quelli terribili che
sono ripresi dagli amici e poi trasmessi sul web o nelle trasmissioni
televisive, che peraltro piacciono tantissimo.
Gente che dorme e viene
svegliata dallo scoppio di petardi sotto il letto, oppure
terrorizzata dall'incontro improvviso con un essere mascherato
spaventoso, o che si ritrova un manichino accanto, sempre nel letto
(uno dei punti forti di quelli che organizzano i giochetti). I
burloni hanno sempre un un sacco di tempo a disposizione, a quanto
sembra, per pensare e congegnare e filmare e montare e divulgare i
loro scherzi. A me viene sempre da pensare se non abbiano altro da
fare, perché del lavoro, anche stupido, dietro ad uno scherzo ben
fatto c'è comunque.
Quindi non è che attenda
con impazienza il 1° aprile, il giorno tradizionale del cosiddetto
“pesce”, le cui origini non sono neppure così chiare. Mistero, o
fin troppe teorie, sulla scelta del giorno e sulla scelta del nome.
Sta di fatto, però, che ormai da molti anni è abitudine, anche da
parte di serissimi mezzi di comunicazione, dare notizie palesemente
assurde che, data la fonte da cui provengono, per qualche ora sono
considerate veri e propri scoop, riportati a loro volta da altri
giornali e TG.
Ormai nessuno ci casca
più.
lunedì 24 marzo 2014
NEDKO SOLAKOV ALLA GAM DI TORINO
Confesso la mia ignoranza. Non conoscevo Nedko Solakov, che invece è un importante artista bulgaro eclettico. Installazioni, disegni, fotografie, proiezioni, e qui alla GAM di Torino, dal novembre scorso "Eight Ceilings" e "Thirteen Benches".
Gli "otto soffitti" sono quelli delle scale della galleria e non ci si fa caso, se come me, si fa attenzione a scendere caracollando i gradini.
Alzando gli occhi ti accorgi di questi omini, di queste scritte, direi sketch, che sfruttano e rielaborano ironicamente le piccole imperfezioni dei muri.
Certo, qui c'è il pericoloso rischio di cadere nella sindrome "questo lo potevo fare anch'io". Peccato che io però non sia un artista e che le mie opere siano ospitate nei più famosi musei d'arte contemporanea e che non abbia mai partecipato alla Biennale di Venezia.
sabato 22 marzo 2014
Gingilli da cucina che non superano sempre la prova del cuoco
Disegno di Danilo Paparelli |
Sono
irresistibilmente attratta dagli utensili da cucina. Che sia una
cuoca nella media, né pessima né ottima, non ha la minima
importanza. Quando mi capita di vedere una vetrina con le ultime
novità in materia di attrezzi per la cucina, ne rimango estremamente
affascinata, e sono compulsivamente obbligata a comprare qualcosa.
Gli
acquisti si rivelano, quasi sempre, delle grandi delusioni. Con delle
eccezioni, però.
Il
top dei top è al momento (e rimarrà insuperato credo per sempre),
il bollitore dell'acqua istantaneo. Il gioiellino si chiama TEFAL HOT
& QUICK. Era recensito su una rivista, che ne esaltava la
peculiarità : acqua bollente istantanea alla sola pressione di un
bottone. Difetto : non era in vendita in Italia. Per pura curiosità,
ho provato a cercarlo al reparto casalinghi delle Galeries Lafayettes
in Francia, dove l'ho trovato e subito acquistato. Ha veramente
dell'incredibile. Pur essendo strutturato come un bollitore elettrico
tradizionale, non occorre però attendere che l'acqua si riscaldi :
al solo tocco del pulsante l'acqua scende bollente, senza aspettare
un attimo. Una meraviglia, che spero abbia lunga vita.
Dommage. Non è più in produzione.
Tra
gli elettrodomestici, non potrei fare a meno del forno a microonde,
quello con la funzione crisp. Ci cucino veramente di tutto, è un
vero salvavita quando torno alla sera tardi dall'ufficio e ho zero
tempo a disposizione per preparare cena. Un accessorio fantastico, da
mettere nel micro, si sono anche rivelate le papilottes in silicone,
l'ideale per cuocere senza grassi verdure e pesce, il tutto in pochi
minuti.
Sono
anche fissata con i coltelli. Ne ho comprati quantità industriali
all'Ikea, perché hanno forme e colori davvero molto invitanti, salvo
poi rivelarsi poco o per niente taglienti. Quindi, da vera/finta
professionista, mi sono procurata il coltello con la lama in
ceramica, ancora nell'epoca in cui tali coltelli costavano carissimi,
che mi ha procurato, oltre grandi soddisfazioni nello tagliare, anche
numeri taglietti, ed un altrettanto affilato coltello giapponese. Con
i coltelli vanno di conseguenza anche i taglieri. Ne ho di tutte le
misure, sia in plastica che in legno.
Non
potrei più fare a meno nemmeno delle pinze, che uso soprattutto per
rigirare i cibi mentre cuociono, e che si sono rivelate dei veri
strumenti di precisione.
Fra
gli acquisti, invece, che giacciono nei cassetti e negli armadi, ci
sono:
- pela aglio a forma di aglio gigante in silicone: pur essendo un'amante dell'aglio preferisco togliere la pellicina manualmente;
- cannello a gas per creme brulée e crema catalana: non cucino dolci, quindi mai usato;
- sbuccia mela: le mele me le hanno sempre sbucciate gli uomini di casa. Quindi per il momento non serve;
- taglia mela che divide in spicchi: vedi sopra;
- tostapane di Topolino, con tanto di musichetta ed impronta del mitico topo su entrambi i lati del pane alla fine della cottura: non ho mai tempo sufficiente per aspettare che il pane si tosti;
- flavour shaker di Jamie Oliver: un aggeggio per oli aromatizzati, mai usato;
- anello rotondo con manico per rendere perfette le uova al tegamino;
- pennelli e leccapentole in silicone: mi dimentico tutte le volte di averli e di usarli.
Il
mio sogno irrealizzabile resta possedere un robot da cucina, di
quelli giganteschi, ma non me lo posso permettere. Non ho proprio lo
spazio per usarlo e tanto meno per riporlo. Peccato.
venerdì 21 marzo 2014
ANTIBES - 2
Il centro storico di Antibes è ormai diventato un polo turistico che attrae visitatori anche fuori stagione. A due passi da Nizza e poco distante da Cannes, la cittadina ha mantenuto un aspetto più provincialotto rispetto al glamour della città del festival del cinema, ed è meno "riminese" della vicinissima Juan Les Pins.
Negozietti, tanti bar, tantissime panetterie e quello che non ti aspetti.
Ovvero il Musée Peynet in Place National, intitolato al famoso disegnatore parigino Raymond Peynet, che qui in Costa Azzurra ha passato molti anni della sua vita. L'artista che creò i famosi fidanzatini, "Les Amoreux", (morto nel 1999) andò ad abitare ad Antibes nel 1976 con l'amatissima moglie Denise Damour.
Nel museo oltre alle sue opere, anche i disegni e le vignette di famosi umoristi francesi come Plantu, Faizant, Daumier, Dubout, Blachon, Moisan, Ricord.
Andrò sicuramente a visitarlo.
Nel museo oltre alle sue opere, anche i disegni e le vignette di famosi umoristi francesi come Plantu, Faizant, Daumier, Dubout, Blachon, Moisan, Ricord.
Andrò sicuramente a visitarlo.
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